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Billy Wilder

A qualcuno piace caldo | Recensione | Unpolitical Reviews

Trailer non disponibile

Scheda:

poster di A qualcuno piace caldo
Titolo Originale:
Some Like It Hot
Regia:
Billy Wilder
Uscita:
6 settembre 1959
(prima: 19/03/1959)
Lingua Originale:
en
Durata:
120 minuti
Genere:
Commedia
Musica
Romance
Crime
Soggetto:
Michael Logan
Robert Thoeren
Sceneggiatura:
Billy Wilder
I. A. L. Diamond
Fotografia:
Charles Lang
Montaggio:
Arthur P. Schmidt
Scenografia:
Edward G. Boyle
Musica:
Adolph Deutsch
Produzione:
Billy Wilder
Doane Harrison
Produzione Esecutiva:
Casa di Produzione:
The Mirisch Company
Ashton Productions
United Artists
Budget:
$2 milioni
Botteghino:
$25 milioni
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Redazione

9.5

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Joe / Josephine
Tony Curtis
Jerry / Daphne
Jack Lemmon
Sugar Kane Kowalczyk
Marilyn Monroe
Spats Colombo
George Raft
Detective Mulligan
Pat O’Brien
Osgood Fielding III
Joe E. Brown
Little Bonaparte
Nehemiah Persoff
Sweet Sue
Joan Shawlee
Sig Poliakoff
Billy Gray
Toothpick Charlie
George E. Stone
Beinstock
Dave Barry
Spats' Henchman
Mike Mazurki
Spats' Henchman
Harry Wilson
Dolores
Beverly Wills
Nellie
Barbara Drew
Johnny Paradise
Edward G. Robinson Jr.
Minor Role (uncredited)
Sam Bagley
Speakeasy Patron (uncredited)
Alex Ball
Party Guest (uncredited)
Brandon Beach
Gangster at Convention (uncredited)
Phil Bloom

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Due musicisti, dopo aver assistito a un omicidio di natura mafiosa, fuggono da Chicago travestendosi da donne.

Recensione:

Malgrado la mancata approvazione da parte di numerose associazioni cinematografiche a causa dei temi scottanti trattati, A qualcuno piace caldo (1959) ebbe immediatamente un grande successo di critica e pubblico. Billy Wilder (Giorni Perduti, 1945; L'appartamento, 1960), allora già noto al grande pubblico, scrisse un copione, in collaborazione con il suo scrittore di fiducia I.A.L. Diamond, traendo spunto da un film francese uscito più di vent'anni prima. Il film riprese inoltre fatti di cronaca realmente accaduti (come la strage di S. Valentino del ‘29), rielaborati in chiave ironica secondo i canoni della commedia americana. Tutto ciò, mescolato intelligentemente con la rappresentazione satirica di Billy Wilder, diede origine a una sceneggiatura pressoché perfetta a livello di costruzione, ritmo e singoli momenti.


Efficace è l'inversione dei ruoli tra i personaggi, la cui continua dissimulazione risulta estremamente convincente, e le numerose situazioni paradossali, oltre che divertire, portano lo spettatore a riflettere su temi particolarmente delicati, quali per esempio il ruolo della donna, il proibizionismo (e la mafia che ne trae vantaggio), la crisi della mascolinità e soprattutto l'omosessualità, impensabile per l'epoca.


Billy Wilder, in aggiunta, gioca abilmente con le connotazioni dei tre protagonisti; l'impalpabile sessualità di Marilyn Monroe (Gli uomini preferiscono le bionde, 1953; Il principe e la ballerina, 1957) si fonde perfettamente con l'ironia (e autoironia) della coppia Curtis-Lemmon, rivelando man mano equivoci, gag e situazioni che alimentano la farsa, rendendola sempre più intrattenente e riflessiva. Gli stereotipi del gangster italo-americano (non è casuale la somiglianza di Little Bonaparte con Benito Mussolini) e del milionario annoiato vengono analizzati per i loro difetti e le loro contraddizioni, enfatizzandoli, grazie soprattutto alle reazioni sceniche dei protagonisti Joe e Jerry, che fanno da tramite per lo spettatore.

Un ulteriore pregio della pellicola risiede inoltre nelle componenti drammatiche del film (uccisioni, mafia, alcolismo), completamente sollevate dal proprio ruolo tragico, e rielaborate in chiave comica.

A completare il quadro vi è la regia: eccellente nel rappresentare un'epoca (e le sue incoerenze sociali) e negli ottimi numeri musicali. La scelta del bianco e nero, espressamente voluta da Wilder per motivi pratici (la tecnica a colori non era ancora perfezionata), permise al pubblico di immedesimarsi maggiormente negli anni in cui la storia è ambientata, e conferì alla pellicola un valore iconico non indifferente.

Ciò che tuttavia ha reso A qualcuno piace caldo così tanto emblematico sono le splendide performance dei protagonisti (e non). L'interpretazione di Marilyn Monroe, in grado di trascendere ogni epoca, esalta pomposamente la coppia di attori maschili, che in balia della bella cantante, celano una sessualità quasi parodistica. Difatti, Jack Lemmon (La nave matta di Mister Roberts, 1955) e Tony Curtis (La grande corsa, 1965) ricoprono magnificamente i loro ruoli, spesso seguiti da attori e caratteristi secondari altrettanto capaci (vedi Joe E. Brown per esempio). Infine si ricordano gli ottimi numeri musicali, tra i quali spicca fortemente “I Wanna Be Loved by You”, cantata dalla bionda statunitense, e per ovvi motivi i celeberrimi costumi (di Orry Kelly), premiati agli Academy Awards nella loro categoria.

In conclusione, che A qualcuno piace caldo sia una delle migliori commedie americane di sempre non vi è alcun dubbio, tuttavia, se a qualcuno è parso che la finzione sovrasti la realtà non deve preoccuparsi, perché d'altronde “nessuno è perfetto”.

A cura di Jacopo Castiglione.
Pubblicato il 26 giugno 2020.

Pro:

  • Capolavoro della commedia americana, che oltre ad intrattenere e a divertire, riesce a infrangere con incredibile naturalezza tabù psicosessuali di risonante impatto sociale.
  • Sceneggiatura e Regia in completa armonia, eccellenti nella costruzione di una satira efficace e visivamente attraente.
  • Grandi performance attoriali, sia dei protagonisti, sia dei tanti ruoli secondari.

Contro:

  • Nessuno.

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