Will Sharp, ex veterano di guerra, disperato per le condizioni di salute della moglie e in cerca di soldi per le cure, chiede aiuto a suo fratello Danny che gli propone il più grande colpo in banca mai realizzato a Los Angeles.
Will Sharp, ex veterano di guerra, disperato per le condizioni di salute della moglie e in cerca di soldi per le cure, chiede aiuto a suo fratello Danny che gli propone il più grande colpo in banca mai realizzato a Los Angeles.
Ambulance è diretto da Michael Bay (6 Underground, 2019), conosciuto come il “Diavolo di Hollywood” e come l’uomo dei film d’azione soprattutto grazie alla saga Transformer. Il suo è uno stile riconoscibile che crea quasi un sottogenere a sé stante nella categoria action: sequenze di inseguimenti, esplosioni, tagli veloci e adrenalina al massimo.
E sono proprio queste le caratteristiche che ritroviamo nel suo ultimo film, basato soprattutto su movimenti della telecamera ampiamente coreografati, inseguimenti in auto ad alta velocità e pistole in fiamme. La sua regia usa tutti gli strumenti a disposizione per farci entrare nel vivo dell’azione: droni, telecamere portatili, primi piani ravvicinati.
Questo emerge già nella scena iniziale quando il paramedico d’emergenza Cam deve salvare una bambina da un’incidente d’auto e le inquadrature sono mosse e scattanti, come per suggerire un’urgenza e per mettere in risalto il duro ed imprevedibile lavoro dei paramedici. I momenti migliori restano quelli di pura azione, incluso quello in cui Will guida l’ambulanza in un fiume mentre due elicotteri cercano di avvicinarsi a loro. Il montaggio però restituisce una frenesia generale più volte eccessiva, con sequenze confusionali e veloci, date anche dalle numerose riprese dei droni che possono dar fastidio soprattutto nella visione al cinema dove i frame rate sono più bassi rispetto a quelli di schermi di dimensioni ridotte.
Ciò che invece sembra mancare davvero al film è una sceneggiatura (curata da Chris Fedak) solida e ben costruita: c’è infatti poca attenzione sui personaggi e sui dialoghi, che mancano di impatto e verve. Sembra che la storia del film sia secondaria rispetto ai suoi aspetti visivi ed è la coreografia dell'inseguimento in macchina e degli spari il vero focus. La trama in alcuni passaggi non risulta propriamente realistica, basti pensare alla scena in cui Cam esegue un intervento chirurgico a cielo aperto e ferma l'emorragia interna con la sua forcina, il tutto durante una corsa ad alta velocità per fuggire dagli agenti. Inoltre, ogni volta che ci si chiede se l’inseguimento stia volgendo al termine, una svolta scioccante salva i fratelli, il cui unico asso nella manica è quello di avere un poliziotto ferito a bordo. I poliziotti in tutto ciò sembrano quasi incapaci, impacciati e inesperti e basta che Will, l'autista dell'ambulanza, faccia una svolta o una fermata brusca per far volare, cadere e schiantarsi le auto della polizia.
A tratti si ritrova una sorta di ambiguità morale ed etica nel modo in cui il film giustifica alcune azioni, in particolare quelle di Will: viene dipinto come un bravo ragazzo costretto in una situazione criminale per salvare sua moglie e la sua famiglia e addirittura si viene spinti a provare empatia per lui ma resta pur sempre un criminale agli occhi della legge. I due protagonisti principali sono costruiti per bilanciarsi: l’umorismo oscuro e folle di Danny compensa la serietà e la fermezza di William. Il loro rapporto, però, non viene mai approfondito, non si conosce davvero la loro storia e ciò che li ha portati ad avere due vite completamente diverse. È buona la chimica tra Jake Gynegall e Yahya Abdul-Mateen II anche se il primo risulta essere spesso fiacco, spento e avrebbe potuto potenziare maggiormente la sua interpretazione. Eiza Gonzalez colpisce e brilla particolarmente in una scena di esaurimento che ha dopo aver quasi perso il suo paziente. Di particolare rilievo è un sonoro efficace che racchiude un suono mixato e direzionato molto bene e che accompagna coerentemente tutta la pellicola.
Ambulance intrattiene parzialmente fino a quando non inizia a dilatarsi troppo nella seconda metà. Se il film fosse rimasto un po' più corto e senza l'inutile distrazione causata dall'operazione che coinvolge Papi e la sua banda, si sarebbe rivelato molto più fluido. Il finale lascia delusi: è semplice e prevedibile, non c’è una svolta intelligente ma soltanto una conclusione sdolcinata e priva di fantasia. Per concludere, l’ultima opera di Michael Bay suggella il suo marchio distintivo fatto di sequenze adrenaliniche e inseguimenti al cardiopalma, dove però passano in secondo piano la storia e il dramma dei personaggi. Ambulance avrebbe potuto essere infatti un dramma d'azione di alto livello ma risulta avere poco di artistico perchè vuole intrattenere e coinvolgere gli spettatori già affezionati al regista e al suo cinema.
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