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Arsenico e vecchi merletti | Recensione | Unpolitical Reviews

Trailer non disponibile

Scheda:

poster di Arsenico e vecchi merletti
Titolo Originale:
Arsenic and Old Lace
Regia:
Frank Capra
Uscita:
26 giugno 1945
(prima: 1/09/1944)
Lingua Originale:
en
Durata:
118 minuti
Genere:
Commedia
Crime
Soggetto:
Sceneggiatura:
Julius J. Epstein
Philip G. Epstein
Fotografia:
Sol Polito
Montaggio:
Daniel Mandell
Scenografia:
Musica:
Max Steiner
Leo F. Forbstein
Produzione:
Frank Capra
Jack L. Warner
Produzione Esecutiva:
Casa di Produzione:
Warner Bros. Pictures
Budget:
$1 milioni
Botteghino:
$0
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Redazione

9

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Mortimer Brewster
Cary Grant
Elaine Harper Brewster
Priscilla Lane
Jonathan Brewster
Raymond Massey
Officer Patrick O'Hara
Jack Carson
Mr. Witherspoon
Edward Everett Horton
Dr. Einstein
Peter Lorre
Lt. Rooney
James Gleason
Aunt Abby Brewster
Josephine Hull
Aunt Martha Brewster
Jean Adair
'Teddy Roosevelt' Brewster
John Alexander
Reverend Harper
Grant Mitchell
Sergeant Brophy
Edward McNamara
Taxi Cab Driver
Garry Owen
Officer Saunders
John Ridgely
Judge Cullman
Vaughan Glaser
Dr. Gilchrist
Chester Clute
Reporter at Marriage License Office
Charles Lane
Gibbs
Edward McWade
Photographer at Marriage License Office (uncredited)
Hank Mann
Marriage License Clerk
Spencer Charters

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Mortimer comunica alle due zie di aver chiesto la mano alla sua morosa, ma scopre un loro spiacevole segreto: le due zie invitano nella loro abitazione dei signori anziani rimasti soli e, dopo averli avvelenati con del vino all'arsenico, li seppelliscono nella loro cantina.

Recensione:

Dopo aver impreziosito l'epoca d'oro di Hollywood con brillanti commedie volte ad emozionare lo spettatore, Frank Capra (Accadde una notte, 1934; Mr. Smith va a Washington, 1939; La vita è meravigliosa, 1946) regala al grande pubblico una screwball comedy corale con tocchi da commedia nera tratta dall'omonima pièce teatrale del 1939 del drammaturgo statunitense Joseph Kesserling. In Arsenico e vecchi merletti è proprio l'impianto teatrale a sorreggere la messa in scena. Ciò si può evincere da due elementi in particolare: la recitazione molto marcata e la scenografia. Infatti, il film è ambientato quasi interamente nella casa delle due zie, suddivisa su tre livelli: il salotto, le camere da letto e la cantina. Due di essi, ovvero le camere e la cantina, non vengono mai mostrati, funzionali alla classica uscita di scena del teatro, sottolineando anche una scelta registica che sostiene questa narrazione. La regia è perfettamente in linea con la poetica di Frank Capra e con le peculiarità del cinema narrativo classico: funzionalità alla narrazione e assenza di virtuosismi. Inoltre, si adatta discretamente bene al contesto teatrale del film, inquadrando la successione degli eventi nel salotto sempre dallo stesso punto di vista e mostrando le tre pareti sullo sfondo, escludendo dal proprio sguardo una quarta parete. Eccezion fatta per alcune scelte registiche e di montaggio che strizzano l'occhio oltremodo al teatro, estraniandosi dalla narrazione cinematografica: delle volte il film ha dei tempi morti, quasi come nelle tipiche pause teatrali; viene data troppa enfasi alle interazioni dei personaggi con gli oggetti di scena (come quando una delle zie apre la credenza con tutti i cappelli dei “loro signori”); lo sguardo in macchina più volte ripetuto da Cary Grant.

La fotografia di Sol Polito (La leggenda di Robin Hood, 1939; Il sergente York, 1941; Perdutamente tua, 1942) sostiene la regia classica nella prima e nell'ultima parte del film. Nell'atto centrale, in particolar modo, la sequenza legata all'arrivo di Jonathan e del dottor Einstein, la fotografia scende di luminosità e si tinge di sfumature affini al cinema espressionista.


Il comparto visivo del secondo atto rappresenta una delle maggiori prove registiche di Frank Capra ed è perfettamente coerente con l'atmosfera che si respira in quel frangente, fatta di tensione, mistero e paura.


Azzeccati, da questo punto di vista, la scelta di Peter Lorre, uno degli attori cardine dell'espressionismo e del cinema noir (M – Il mostro di Dusseldor di Fritz Lang, 1931) e il riferimento palese a Boris Karloff (interprete primario del personaggio di Frankenstein) e al cinema horror degli anni ‘30, che impediscono a Capra di inserire il sentimentalismo decisamente datato che non lo ha reso tra i registi più attuali della Hollywood classica. La sceneggiatura ha i suoi punti di forza nei dialoghi scoppiettanti, nel gioco degli opposti, nei ritmi comici, a tratti forsennati, e nel buon bilanciamento fra intreccio ben costruito e semplicità degli elementi in gioco. La comicità non lascia un attimo di tregua allo spettatore, sfruttando i tempi comici anche nelle didascalie all'inizio del film. Tutto ciò viene enfatizzato dalle grandi interpretazioni attoriali, ben riuscite ed effettivamente accattivanti. Fra tutti spicca Cary Grant in una prova mai così caricata e istrionica, ma ben adatta al ritmo complessivo. Ad eccezione della protagonista femminile, che non ha occasione di essere approfondita, tutto il cast restituisce delle ottime performance: Josephine Hull e Jean Adair sono perfette nella parte delle due amabili anziane che si rivelano essere delle serial killer e che trattano l'argomento della morte con la stessa leggerezza con cui si può parlare dell'arrosto della domenica.

Questo film è uno degli esempi di perfetta trasposizione dal teatro al cinema e commedia nera. Il suo impatto nella Hollywood degli anni ‘40 è stato tale da inserire il film nella lista delle migliori 100 commedie del cinema statunitense da parte dell'American Film Institute. Se ai nostri giorni riusciamo a godere di film di stampo teatrale come Sleuth – Gli insospettabili (Kenneth Branagh, 2016) o Carnage (Roman Polanski, 2011), forse il merito è anche di Frank Capra e del suo Arsenico e vecchi merletti.

A cura di Paolo Neri.
Pubblicato il 9 febbraio 2021.

Pro:

  • Regia e fotografia che rispecchiano la classicità cinematografica hollywoodiana e l'atmosfera teatrale del film, dando anche spazio a delle formule espressioniste e noir.
  • Umorismo nero che si mescola perfettamente alla comicità forsennata dando ritmo e corpo alla sceneggiatura.
  • Scelta e recitazione degli attori calzanti con l'atmosfera teatrale dell'opera.

Contro:

  • Scelte registiche e di montaggio che si avvicinano troppo alla narrazione teatrale, distaccandosi dalle regole cinematografiche.

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