Il matrimonio Cindy e Dean sta attraversando un momento critico, ma la giovane coppia non è pronta a lasciar fallire il rapporto.
Il matrimonio Cindy e Dean sta attraversando un momento critico, ma la giovane coppia non è pronta a lasciar fallire il rapporto.
Aveva solo ventuno anni Michelle Williams quando ricevette per la prima volta lo script per Blue Valentine, per quel che riguarda la sua controparte maschile invece, Ryan Gosling, passarono quattro anni prima della sua entrata effettiva nel cast, nel 2006. Un film dalla storia difficile e lunga quindi, travagliata, alla ricerca prima di fondi e poi di distributori, che vide la realizzazione solo nel 2009, per poi essere effettivamente distribuito l'anno seguente.
La solida base ideologica su cui lo sceneggiatore e regista voleva improntare il film era il realismo, al punto che molti dei dialoghi tra Cindy e Dean è improvvisata, gli oggetti casalinghi sono stati scelti e comprati dai due attori protagonisti, che dovevano comunque sottostare a un budget limitato, incrementato a volte direttamente dalle tasche di Derek Cianfrance.
Ma la tenacia di Cianfrance nel conseguire questa sua opera realista arrivò al punto che chiese a Gosling di entrare nella camera da letto della Williams per cercare di andare a letto con lei, tentativo fallimentare che portò l'attore a dormire scomodamente su un divano.
Questo diretto coinvolgimento degli attori nel copione, ha portato a una recitazione che potrebbe risultare molto basica, nulla di sopra le righe, ma è proprio grazie a queste interpretazioni che si abbatte il muro della teatralità; ci permettono di entrare nell'ottica di star osservando a tutti gli effetti una coppia in crisi, con apatia, odio, litigi che consumano tutto l'amore rimasto.
Non vediamo personaggi dotati di uno spettro emotivo ampio, ma piuttosto personaggi ordinari: un'infermiera sposata troppo giovane con i sogni nel cassetto pieni di ragnatele e un imbianchino che nella vita non ha mai chiesto nulla se non avere un gran amore da vivere. In tutto e per tutto, potrebbe trattarsi dei nostri vicini di casa o degli zii che vediamo due volte all'anno.
Blue Valentine, in tutte le sue improvvisazioni e fatiche, rappresenta sia una tenera storia d'amore che potrebbe iniziare con “c'era una volta”, sia uno stralcio della vita reale, quella cruda e dolorosa, dopo la frase “e vissero tutti felici e contenti”.
Il basso budget si scontra ovviamente a livello tecnico con le alte aspettative di Cianfrance, che addirittura voleva girare il film in due tempistiche diverse: quando i protagonisti erano poco più che ragazzi e da adulti.
Questo suo desiderio, che ha dovuto abbandonare ben presto, grava sul lavoro di montaggio che vediamo tra flashback e presente, portando a un'iniziale confusione tra le due linee temporali.
La regia viene percepita come limitata, forse ancora una volta a fronte dei tagli della produzione; un lavoro con tante potenzialità, chiuso però in centododici minuti, che non riesce totalmente ad accompagnare l'ottima sceneggiatura.
La fotografia è molto nostalgica, quasi vintage, tocco regalato dall'uso della pellicola 16 millimetri e dall'uso di una sola fonte di luce artificiale durante le riprese esterne. La luce gioca un gioco fondamentale anche nelle scene dove Cindy e Dean si trovano nella camera d'hotel, dove la triste luce a neon blu illumina flebilmente le loro figure, donando un tono freddo ai corpi, riprendendo in qualche modo anche il titolo: un valentino blu, un valentino triste.
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