Scheda:
Titolo Originale:
Bones and All
Uscita:
2 settembre 2022
(prima: 18/11/2022)
Genere:
Dramma
Horror
Romance
Sceneggiatura:
David Kajganich
Fotografia:
Arseni Khachaturan
Scenografia:
Merissa Lombardo
Emily Pober Higgins
Rebecca Steele
Sally Schnellinger
Musica:
Trent Reznor
Atticus Ross
Produzione:
David Kajganich
Luca Guadagnino
Peter Spears
Marco Morabito
Timothée Chalamet
Lorenzo Mieli
Theresa Park
Francesco Melzi d'Eril
Gabriele Moratti
Produzione Esecutiva:
Marco Colombo
Giovanni Corrado
Jonathan Montepare
Raffaella Viscardi
Moreno Zani
Casa di Produzione:
Frenesy Film
Per Capita Productions
MeMo Films
The Apartment Pictures
3 Marys Entertainment
Tenderstories
Elafilm
Carica Altro
Cast:
Trama:
Anticipazione
Trama Completa
Maren ha diciotto anni ed è costretta a fare i conti con la sua natura. L'incontro con Lee le fa intraprendere un viaggio lungo l'America e dentro di sé.
Virginia degli anni '80, l'adolescente Maren Yearly (Taylor Russell) esce di casa di nascosto per partecipare a un pigiama party con le sue compagne di scuola. Agendo su un impulso cannibalistico, morde un dito delle ragazze, e torna a casa di corsa. Suo padre, Frank (André Holland), la costringe rapidamente a trasferirsi con lui nel Maryland. Poco dopo il diciottesimo compleanno di Maren, Frank abbandona Maren per badare a se stessa, lasciandole una piccola somma di denaro, il suo certificato di nascita e una registrazione su una cassetta. Sul nastro, Frank racconta la storia del primo episodio di cannibalismo di Maren, quando ha ucciso e parzialmente mangiato la sua baby sitter a tre anni. Maren non ha ricordi di sua madre, Janelle, che l'ha abbandonata quando era una bambina.
Maren prende un autobus per l'Ohio, dove incontra Sully (Mark Rylance), un eccentrico uomo anziano che la informa che anche lui è un "mangiatore" e che l'ha trovata grazie al suo fiuto. Dice a Maren che, con l'età, il suo bisogno di divorare carne umana diventerà sempre più necessario per rimanere in vita. Segue Sully in una casa di proprietà di una donna anziana, in fin di vita nella sua camera da letto al piano di sopra. Si sveglia al mattino e trova Sully che divora la vecchia e si unisce a lui per saziare la sua fame. Sully è determinato a portare Maren sotto la sua ala ma lei lo rifiuta.
Mentre vaga senza meta per l'Indiana, Maren incontra Lee (Timothée Chalamet), anche lui cannibale, e i due decidono di viaggiare insieme. In una riserva naturale, incontrano quello che sembra essere un paio di altri mangiatori, Jake (Michael Stuhlbarg) e Brad (David Gordon Green), finché Brad non ammette di non essere nato mangiatore e sceglie volontariamente di dedicarsi al cannibalismo. Maren si ribella per la sua scelta, quindi lei e Lee se ne vanno.
I due rimangono brevemente nella città natale di Lee, nel Kentucky. La sorella di Lee, Kayla (Anna Cobb), che non è a conoscenza della vera natura di Lee, lo rimprovera per le sue continue partenze e per i suoi ritorni senza preavviso. La coppia visita un luna park: Maren dice a Lee di avere fame così lui avvicina un ragazzo che lavora lì. Lee masturba l'uomo in un campo di grano prima di tagliargli la gola, dopodiché lui e Maren banchettano con il suo corpo. Maren è quindi profondamente in conflitto quando scopre che l'uomo era sposato e aveva una famiglia.
Su suggerimento di Maren, i due intraprendono un viaggio in Minnesota, sperando di trovare la madre. Utilizzando un elenco telefonico, Maren visita la casa di sua nonna, Barbara (Jessica Harper), che è scioccata nell'apprendere di avere una nipote. Barbara inizialmente dice a Maren che Janelle è morta, ma si stupisce quando Maren chiede se Janelle abbia mai fatto del male a qualcuno da bambina. Barbara confessa di aver adottato Janelle alla nascita e che si era ricoverata volontariamente in un ospedale psichiatrico a Fergus Falls anni prima.
Maren e Lee si recano all'ospedale psichiatrico. Maren incontra la madre ed è scioccata nel vedere che Janelle si è cannibalizzata le mani. La ragazza legge una lettera, che la madre le ha scritto poco dopo il suo ricovero in ospedale, e che si conclude con la convinzione di Janelle che sarebbe meglio morire che vivere mangiando. Janelle attacca e cerca di mangiare la figlia ma viene trattenuta da un'infermiera. Disgustata da ciò a cui è arrivata la sua vita, Maren successivamente abbandona sia sua madre che Lee prima di incontrare di nuovo Sully, che scopre l'ha perseguitata. Lei lo rimprovera di nuovo, e lui, insultandola, se ne va con rabbia.
Maren alla fine torna da Lee e la coppia decide di viaggiare verso ovest, vivendo sulla strada. Durante il campeggio in Nebraska, Lee racconta a Maren di come è stato costretto a uccidere il padre violento, anche lui mangiatore, piuttosto che permettere a se stesso e Kayla di subire ulteriori abusi. Scoppia a piangere mentre confessa di aver mangiato il corpo di suo padre. La coppia decide di sopprimere i loro impulsi cannibalistici e tenta di vivere una vita normale il più a lungo possibile.
Dopo diversi mesi, vivono ad Ann Arbor, nel Michigan, e Maren ha trovato lavoro in una libreria. Un giorno torna a casa e scopre che Sully ha fatto irruzione nel loro appartamento, e con un coltello si sdraia sopra di lei, importunandola. Lee ritorna e i due riescono ad uccidere Sully, ma Lee viene gravemente ferito nella lotta. Nella cartella di Sully, Maren trova ciocche di capelli di Kayla, la sorella di Lee, anche lei sua vittima. Piuttosto che cercare aiuto medico, il desiderio morente di Lee è che Maren lo mangi, "ossa e tutto”.
Recensione:
Bones and All è l’ultima opera del regista italiano Luca Guadagnino, presentata in anteprima in concorso alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e adattata dal romanzo di Camille DeAngelis.
Una sintesi perfetta tra la tenerezza di “Chiamami col tuo nome” (2017), il grottesco di “Suspiria” (2018) e i tratti adolescenziali della serie “We Are Who We Are” (2020).
È infatti un film che ha tutti i canoni e le caratteristiche di atmosfere e di temi tipici del regista.
Un viaggio on the road che è anche un viaggio esistenziale fatto di ricerca, amore, sangue, brutalità, tenerezza.
Bones and All è un film sulla fame e non solo la fame di carne umana, ma anche dell'insaziabile desiderio di intimità emotiva. Di avere qualcuno che ti veda per quello che sei, che ti voglia e ti accetti ogni giorno. Il desiderio di essere così vicino a un'altra persona, di sentirsi capiti e amati profondamente.
In parte film horror, in parte coming of age: il regista crea un dipinto unico con in primo piano due giovani e la loro storia dolorosa e maledetta. Sono adolescenti, diversi, ai margini della società, abbandonati dalle famiglie e che cercano loro stessi.
L’estetica della pellicola cattura la bellezza dei paesaggi e fa da sfondo ad un’America degli anni ’80 crudele, malata, difficile. Tutta la scenografia supporta costantemente la narrazione: case vuote, luoghi deserti, strade infinite rispecchiano la desolazione e la solitudine provate dai personaggi
La sceneggiatura, curata da David Kajganich (Suspiria, 2018), è chiara e allo stesso tempo metaforica. La metafora dell'insaziabile cannibalismo ereditato dai genitori non è lampante nella prima metà del film ma viene ricostruita pezzo per pezzo grazie al suo personaggio principale, che ricerca le ragioni per cui soffre dell’ impulso irrefrenabile di divorare carne umana.
Bones and All racconta un trauma generazionale e universale. Tutti speriamo di non ereditare i tratti peggiori dei nostri genitori, ma poi lentamente li vediamo crescere dentro di noi, cercando di sfuggire a noi stessi, convinti che a causa della nostra condanna non troveremo mai amore, accettazione, connessione.
Solamente alcuni elementi, portati all’attenzione, non vengono approfonditi abbastanza e sembrano perdersi tra lo scorrere degli eventi: la morte di Kayla, il rapporto tra Lee e la madre, l’immagine apparsa in sogno a Maren di suo padre mentre vomita del sangue.
Guadagnino ci mostra flashback di ricordi tormentati che riaffiorano alla memoria dei due protagonisti, quasi come demoni da cui non riescono a liberarsi.
La sua regia sceglie di non mostrare fino in fondo gli atti di cannibalismo cruento ma solo l’inizio o pochi attimi dell’azione, spostando il focus visivo su un punto della stanza, enfatizzando gli effetti sonori, così da aumentare ulteriormente il senso di inadeguatezza nello spettatore.
Si alternano momenti introspettivi, come il dialogo intenso tra Maren e Lee sul promontorio in cui lui confessa la vicenda con il padre, a colpi di scena che fanno sussultare e rabbrividire, come l’incontro tra Maren e sua madre nell’ospedale psichiatrico. L’equilibrio narrativo fa mantenere l’attenzione costante, con un ritmo sì lento ma coinvolgente, mescolando dolore a momenti di gioia.
Ci si immerge nell’intimità del film grazie anche ai due personaggi tridimensionali e comprensibili e si empatizza con la loro natura, nonostante la loro natura.
I due attori protagonisti sono eccellenti: Taylor Russel è completamente dentro il personaggio di Maren e Timothèe Chalamet è perfetto nei panni dell'astuto e sincero Lee.
Il resto del cast è guidato sapientemente e ogni interpretazione è sublime e ha uno suo spazio. Mark Rylance è follemente inquietante ed è con lui che il sangue e le ossa sembrano appiccicosi e disgustosi, Chloe Sevigny ha una parte minore ma è incredibilmente efficace mentre Michael Stuhlbarg ha un ruolo sporco e opposto a quello in "Chiamami col tuo nome".
Bones and All è una storia d'amore cannibale che si svolge come un sogno febbrile, con la sua magistrale colonna sonora, con le immagini che ribollono lo stomaco e il suo tono oscuro e inquietante. È brutale ma caldo, brillante e con un finale in vero stile Guadagnino che fa commuovere e che fa fatica ad essere dimenticato.
A cura di Giulia Belvedere.
Pubblicato il 1 dicembre 2022.
Pro:
- Regia unica e riconoscibile di Guadagnino.
- Storia che tratta temi brutali, profondi, universali in modo mai banale.
- Cast attoriale perfetto.
Contro:
- Sceneggiatura che non approfondisce alcune dinamiche importanti.
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