Una donna brillante sacrifica la sua professione di architetto per dedicarsi alla famiglia. Sull'orlo della depressione, scappa e intraprende un viaggio in Antartide che potrebbe cambiarle la vita.
Una donna brillante sacrifica la sua professione di architetto per dedicarsi alla famiglia. Sull'orlo della depressione, scappa e intraprende un viaggio in Antartide che potrebbe cambiarle la vita.
Che fine ha fatto Bernadette? è una commedia senza troppe pretese, apprezzabile più nei suoi intenti che nella sua effettiva realizzazione. Vanno pertanto sin da ora avvisati gli spettatori che, fuorviati dal titolo italiano, potrebbero nutrire la flebile speranza di assistere ad una black comedy in qualche modo paragonabile all'inarrivabile Che fine ha fatto Baby Jane?, la fortunata pellicola del 1962 la cui somiglianza è ravvisabile esclusivamente per un puro rimando di omonimia.
La semantica del lungometraggio è da un lato rispettabile, proponendosi di affrontare con il giusto spirito alcuni dei turbamenti psichici attualmente più diffusi e sottovalutati, ma dall'altro discutibile e poco convincente, principalmente a causa dell'ennesima rappresentazione grossolana della donna lavoratrice in difficoltà. La sceneggiatura risulta invece scritta male, perché superficiale, lacunosa e confusa.
Il film sembra non iniziare mai (ne è una prova il fatto che la fuga di Bernadette avvenga solo nella seconda parte della pellicola) e l'evoluzione dei personaggi avviene in modo improvviso e troppo spesso ingiustificato.
La vicina di casa di Bernadette si trasforma immediatamente da sua nemica giurata a migliore amica, Bee accusa il padre delle sue mancanze domestiche senza aver prima dato allo spettatore il minimo sentore di questa problematica familiare e la questione Manjula (peraltro irrilevante ai fini narrativi) da affare di Stato si riduce in pochi minuti a simpatico reato bagatellare. Soltanto i cambiamenti psicologici di Bernadette (da architetto brillante a mamma depressa e viceversa) sembrano essere in qualche modo motivati, anche se sempre in modo eccessivamente semplicistico. Proprio la debolezza della sceneggiatura, che alterna battute simpatiche ad altre obiettivamente poco riuscite, sembra riversarsi sulle interpretazioni degli attori. La sempre ottima Cate Blanchett appare infatti imbrigliata da uno script evidentemente non all'altezza del suo talento. La restante parte del cast, suo malgrado, non può vantare nemmeno questo.
A salvare la pellicola sono dunque aspetti tecnici soddisfacenti, da considerare generalmente al di sopra della sufficienza. La regia di Richard Linklater (Boyhood, 2014) riserva infatti qualche inquadratura degna di nota e il montaggio dà manforte al discreto ritmo narrativo. Non male nemmeno la fotografia, che talvolta riesce a dare il giusto risalto ad una scenografia di tutto rispetto, prevalentemente fatta di interni accuratamente arredati. Lo stesso purtroppo non può dirsi degli effetti speciali, utilizzati poco e male nelle scene ambientate in Antartide. Anche le musiche di accompagnamento risultano per lo più scadenti, ma l'intelligente e ripetuto impiego della canzone Time after time (Cyndi Lauper, 1984) sembra riuscire ad arginare adeguatamente il problema.
Che fine ha fatto Bernadette? è per tutti questi motivi una commedia che riesce a intrattenere e ad instillare nello spettatore il principio di una riflessione, anche se affrontata in modo troppo spesso banale e semplicistico.
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