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Adam McKay

Don't Look Up | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Don't Look Up
Titolo Originale:
Don't Look Up
Regia:
Adam McKay
Uscita:
8 dicembre 2021
(prima: 7/12/2021)
Lingua Originale:
en
Durata:
145 minuti
Genere:
Fantascienza
Soggetto:
Adam McKay
David Sirota
Sceneggiatura:
Adam McKay
Fotografia:
Linus Sandgren
Montaggio:
Hank Corwin
Scenografia:
Kyra Friedman Curcio
Musica:
Nicholas Britell
Produzione:
Adam McKay
Kevin J. Messick
Produzione Esecutiva:
Scott Stuber
Jeff G. Waxman
Casa di Produzione:
Hyperobject Industries
Budget:
$75 milioni
Botteghino:
$791 mila
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Redazione

7.5

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Kate Dibiasky
Jennifer Lawrence
Dr. Randall Mindy
Leonardo DiCaprio
President Orlean
Meryl Streep
Dr. Teddy Oglethorpe
Rob Morgan
Jason Orlean
Jonah Hill
Brie Evantee
Cate Blanchett
Peter Isherwell
Mark Rylance
Jack Bremmer
Tyler Perry
Yule
Timothée Chalamet
Benedict Drask
Ron Perlman
Riley Bina
Ariana Grande
DJ Chello
Kid Cudi
Phillip
Himesh Patel
June Mindy
Melanie Lynskey
Dan Pawketty
Michael Chiklis
Adul Grelio
Tomer Sisley
General Themes
Paul Guilfoyle
Congressman Tenant
Robert Joy
Oliver
Jack Alberts
Win
Ting Lik

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

L'imminente impatto di una cometa con la Terra e la successiva estinzione di massa non sembra preoccupare la popolazione e tanto meno i leader mondiale; sarà compito di due scienziati portare alla vicenda le giuste attenzioni per evitare il disastro.

Recensione:

Dopo La grande scommessa (2015) e Vice - L'uomo nell'ombra (2018), Adam McKay torna sul grande schermo con Don't Look Up.

L'aspetto satirico che pervade tutta la pellicola ribalta la visione mitizzata degli americani, capaci in ogni film apocalittico di salvare l'intera esistenza umana, ma che in Don't Look Up si fanno artefici di pessime scelte e vengono ritratti come un popolo superficiale e ignorante.

Tanti sono i riferimenti politici, in primis la presidentessa interpretata da Meryl Streep, che ricalca i modi e le follie di Donald Trump, o il personaggio di Mark Rylance, ibrido tra diversi uomini multimiliardari bianchi (palese i riferimenti a Gates, Bezos e Musk) che viscidamente ed egoisticamente muovono i fili di un sistema marcio ed estremamente capitalistico ma che vengono malgrado ciò osannati e divinizzati. Più sottile invece i riferimenti alla cultura maschilista dei media con il personaggio interpretato da Cate Blanchett e sulla scelta narrativa di far diventare Kate un'isterica agli occhi della popolazione ma di far passare, con le stesse motivazioni, come sexy e passionale il personaggio di DiCaprio.


La sceneggiatura riesce a portare insieme tutte le critiche, per niente velate, senza appesantire la pellicola, ma piuttosto veicolando nella risata la tragicità degli eventi.


Guardando l'altra parte della medaglia però, l'eccessiva volontà di critica alla popolazione americana ribalta quella scelta di allontanarsi dalla idolatria dell'eroe americano, confezionando una pellicola, ancora una volta, eccessivamente U.S.A. - centrica.

La difficoltà di scrittura comica - satirica - tragica si rispecchia ovviamente anche nella parte recitativa, in cui il cast riesce a risultare credibile malgrado l'incredibilità dei loro personaggi o delle scene inverosimili.

Se sceneggiatura e recitazione riescono a star al passo con l'idea di unire il tragico e il satiro, il verosimile e l'inverosimile, la regia e il montaggio sembrano disperdere gli intenti.

I toni documentaristici che cerca di dare la regia, non aiuta il complesso dei tema trattati, che già per numero e per retorica sono impegnativi. Non aiuta neanche il montaggio, quasi pubblicitario, che crea una dinamicità non richiesta e non necessaria.

La questione tempistica, aggravata quindi da regia e montaggio, non è gestita al meglio, prendendosi troppo tempo nella prima parte e velocizzando eccessivamente gli atti finali alimentando così quella sensazione di dispersione visiva.

A cura di Linda Giulio.
Pubblicato il 14 dicembre 2021.

Pro:

  • Sceneggiatura brillante, in cui si fa della risata un elemento di critica.
  • Performance del cast a fronte di personaggi improbabili.

Contro:

  • Regia e montaggio complicano una sceneggiatura già piena di elementi e temi.

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