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Denis Villeneuve

Dune | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Dune
Titolo Originale:
Dune
Regia:
Denis Villeneuve
Uscita:
3 settembre 2021
(prima: 22/10/2021)
Lingua Originale:
en
Durata:
155 minuti
Genere:
Fantascienza
Avventura
Soggetto:
Sceneggiatura:
Eric Roth
Denis Villeneuve
Jon Spaihts
Fotografia:
Greig Fraser
Montaggio:
Joe Walker
Scenografia:
Richard Roberts
Zsuzsanna Sipos
Musica:
Hans Zimmer
Produzione:
Joseph M. Caracciolo Jr.
Cale Boyter
Mary Parent
Denis Villeneuve
Produzione Esecutiva:
John Harrison
Richard P. Rubinstein
Thomas Tull
Herb Gains
Jon Spaihts
Brian Herbert
Byron Merritt
Kim Herbert
Tanya Lapointe
Joshua Grode
Casa di Produzione:
Legendary Pictures
Budget:
$165 milioni
Botteghino:
$402 milioni
Carica Altro

Redazione

9-

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Paul Atreides
Timothée Chalamet
Lady Jessica Atreides
Rebecca Ferguson
Duke Leto Atreides
Oscar Isaac
Gurney Halleck
Josh Brolin
Baron Vladimir Harkonnen
Stellan Skarsgård
Beast Rabban Harkonnen
Dave Bautista
Dr. Liet Kynes
Sharon Duncan-Brewster
Thufir Hawat
Stephen McKinley Henderson
Chani
Zendaya
Dr. Wellington Yueh
Chang Chen
Reverend Mother Gaius Helen Mohiam
Charlotte Rampling
Duncan Idaho
Jason Momoa
Stilgar
Javier Bardem
Piter de Vries
David Dastmalchian
Jamis
Babs Olusanmokun
Shadout Mapes
Golda Rosheuvel
Lieutenant Lanville
Roger Yuan
Herald of the Change
Benjamin Clémentine
Bene Gesserit Sister
Souad Faress
Arrakeen Residency Gardener
Seun Shote

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Paul, figlio del Duca Leto Atreides, dopo una dolorosa prova, si rivela di essere degno di ereditare il potere delle Bene Gesserit, confermando la possibilità di essere l'eletto in grado di cambiare l'universo.

Recensione:

A quasi sessant'anni dalla pubblicazione del romanzo Dune di Frank Herbert, a cinquanta dal visionario e fallimentare progetto di adattamento per il cinema di Alejandro Jodorowsky e a quasi quaranta dalla controversa versione di David Lynch, il regista Denis Villeneuve porta sullo schermo il primo capitolo di una fantascientifica e filosofica prima ritenuta inadattabile su altri media. Villeneuve non è nuovo a progetti ambiziosi nel genere sci-fi: con Arrival nel 2016 aveva vinto la scommessa di creare una parabola sul tempo, il linguaggio e l'elaborazione del lutto con l'espediente dell'incontro fra umani ed extraterrestri; con Blade Runner 2049 nel 2017 aveva poi alzato la posta in gioco, confrontandosi con il classico di Ridley Scott del 1982, prima ritenuto intoccabile. In entrambi i casi il risultato narrativo, tecnico ed estetico aveva sorpassato ogni aspettativa e nel 2021 Dune riconferma la dimestichezza del regista con la materia fantascientifica.

Il film riporta con fedeltà quasi esatta (salvo alcune modifiche per ovvie ragioni di trasposizione) la prima metà del romanzo di Herbert, riuscendo a distaccarsi dalle precedenti versioni. Jodorowsky aveva concepito Dune come un viaggio lisergico e messianico destinato a cambiare le menti degli spettatori; Lynch ne aveva fatto invece una saga dall'estetica bizzarra, gotica e innovativa al tempo stesso, fondendo nelle scenografie cyberpunk e medioevo. Nella nuova versione, le monumentali scenografie di Patrice Vermette fanno tesoro dei recenti kolossal fantascientifici e puntano su uno spiccato parallelismo con le architetture mediorientali. Si tratta di una scelta dettata dall'esigenza di mantenere Dune sul doppio livello di racconto classico e sempre contemporaneo, sicuramente meno creativa rispetto alle precedenti ma non meno riuscita. Il design e i dettagli sono studiati alla perfezione e sarà interessante, con il secondo capitolo a venire, osservare come verranno rese a livello visivo le già intuibili differenze fra casate, etnie e potentati dell'universo di Herbert.


Denis Villeneuve è un regista abile, che evita superflui sfoggi di abilità in favore di un controllo tecnico e della compattezza finale del prodotto.


Complice una fotografia cupa ed elegante a cura di Greg Fraser (Vice - L'uomo nell'ombra, 2016) ed effetti speciali perfetti sia nel risultato visivo che nel dettaglio tecnologico e plausibile delle navicelle, Dune è innanzitutto un grandioso poema visivo e sensoriale. I suoi ritmi dilatati, specie nella prima metà, sono sorprendentemente efficaci e sono scanditi dall'incessante colonna sonora di Hans Zimmer (Inception, 2010; Elegia americana, 2020).

Il sonoro, studiato con precisione maniacale, accompagna lo spettatore con la stessa persistenza delle immagini, tanto da rendere impossibile scindere i due stimoli. Il missaggio sonoro risulta alle volte fin troppo tonante e invasivo, quasi oltre le strette necessità narrative e descrittive: l'esperienza di chi vede il film in sala, in ogni caso, si risolve in una totale immersione nel racconto.

Dove il film risulta più difficile da valutare, è proprio nella sceneggiatura dello stesso Villeneuve con Eric Roth (Forrest Gump, 1994) e Jon Spaihts (Doctor Strange, 2016) Coerente e fedele al libro, l'adattamento lascia nello spettatore il rammarico che il film finisca effettivamente quando la vera avventura del protagonista sta per iniziare. Lo stesso romanzo di Herbert presenta una lunga prima sezione di introduzione al complesso mondo narrativo e Villeneuve sceglie furbescamente di interrompere la propria opera con un cliffhanger, laddove Jodorowsky e Lynch avrebbero voluto continuare per non perdere tensione narrativa (il film del primo venne rifiutato, tra gli altri motivi, proprio perché eccessivamente lungo, mentre il secondo si vide tagliato e rimaneggiato il prodotto finale con disastrosi effetti quanto a comprensibilità e coerenza). Si potrebbe pensare che davvero Dune sia un libro non adattabile in un singolo film: sta di fatto che quest'ultimo adattamento, paradossalmente più cauto di altri lavori di Villeneuve, è allo stesso tempo un assaggio che lascia affamati e una grande promessa per il seguito.

Nella scelta di trattare solo la prima metà del romanzo, la scrittura dei personaggi risulta allo stesso tempo ben sviluppata e incompleta, rimandando al secondo capitolo l'intera descrizione degli archi narrativi. I dialoghi semplici sono supportati da un cast ben assortito: su tutti spiccano Roberta Ferguson, intensa e magnetica, e un Timothée Chalamet fisiologicamente aderente al personaggio libresco e capace di dare carisma a una parte il cui sviluppo deve ancora vedersi. È ancora presto invece per valutare la performance di Zendaya, dotata di sicura presenza attoriale ma la cui permanenza in scena è quasi superiore nel trailer che in questo primo film.

In definitiva, Dune è davvero un potenziale spartiacque nella fantascienza contemporanea. Era da tempo che kolossal e film d'autore non si conciliavano in modo così prolifico. Il suo non essere totalmente autosufficiente è compensato da uno sforzo visivo e sonoro senza termini di paragone e lascia ben sperare per il prossimo capitolo.

A cura di Michele Piatti e Linda Giulio.
Pubblicato il 20 settembre 2021.

Pro:

  • Grandiosa resa, estetica e tecnologica, delle scenografie e degli effetti speciali
  • Regia controllata e precisione del dettaglio, con vera e propria esperienza immersiva e sensoriale

Contro:

  • Il film adatta la prima metà del romanzo, rimandando a un secondo capitolo una vicenda che è appena iniziata

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