1800, Inghilterra, una giovane donna, egocentrica e sicura di sé, interferisce nella vita amorosa delle sue amiche.
1800, Inghilterra, una giovane donna, egocentrica e sicura di sé, interferisce nella vita amorosa delle sue amiche.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Jane Austen, Emma. è una commedia drammatica dalla netta impostazione anglosassone. In sé il film è a fatica sufficiente; mesi fa, Piccole donne aveva già dato prova di saper riadattare un romanzo ottocentesco, bilanciando ottimamente le tematiche femminili del periodo a un'originalità registica non indifferente, che qui manca del tutto. Se all'inizio il tono volutamente retrò fa sorridere, alle lunghe, stanca, riducendo la trattazione del romanzo a una storiella comica romantica di poco spessore, nella seconda parte in modo particolare.
Per quanto sia confusionale la prima metà dell'opera, questa propone sicuramente maggiori espedienti tecnici efficaci, che vanno man mano a perdersi durante lo svolgimento del film.
Inoltre, la pellicola non dà certo modo ai singoli personaggi di brillare quanto dovrebbero: le caratterizzazioni si limitano a macchiette o maschere a mono personalità (signora Bates come sciocca zitella, Mr. Woodhouse come vecchio ipocondriaco), dovute a uno scarso approfondimento psicologico.
Nonostante un trattamento superficiale, il film si distingue per le componenti di regia e fotografia. Impossibile non notare le similitudini con l'ultimo lungometraggio di Yorgos Lanthimos, La Favorita (2018): dalle carrellate, laterali nei campi lunghi e di profondità negli interni, fino ai singoli movimenti di macchina delle soggettive. Particolari che sebbene risultino magre imitazioni innalzano il livello tecnico del film. La fotografia, sebbene a tratti eccessivamente patinata, è ottima nella sua semplicità. Ciò che scredita questi elementi è il montaggio: artificioso ed eccessivamente inopportuno in più occasioni, che presenta continui scavalcamenti di campo, tanto da infastidire lo spettatore (eppure sembra poter essere giustificato dallo spirito generale della pellicola).
La scenografia risulta talvolta verosimile e affascinante (nei saloni delle abitazioni), anche se il più delle volte si dimostra dozzinale, essendo evidentemente realizzata con cartonati improvvisati (come negli interni del negozio o in alcuni esterni).
Punta di diamante del film è sicuramente la scelta dei costumi, ottimi nel rappresentare un'epoca e offrire allo spettatore maggior veridicità narrativa, spesso tralasciata dalle dinamiche interne tra i personaggi. Questi infatti, data una scarsa caratterizzazione in termini di scrittura, sono mal interpretati nella maggior parte di casi. Solo Anya Taylor-Joy (The VVitch, 2015; Glass, 2019), nei panni della protagonista Emma, sembra aver trovato la stravaganza adeguata e i dettagli necessari (l'attrice ha studiato settimane per ottenere la giusta postura) per regalare una buona performance. Nel concreto è un peccato che non abbiano approfittato del sonoro per la composizione di scene maggiormente interessanti; basti pensare al lavoro realizzato in Orgoglio e Pregiudizio (2005), altra trasposizione cinematografica di un romanzo firmato Austen, e dello stesso periodo storico, nel quale la colonna sonora diventa tratto identificativo.
In definitiva, nonostante l'intero film sembri uno strano miscuglio tra gag da palcoscenico e romanticherie affrettate, l'aspetto tecnico lo eleva sufficientemente, conferendogli una buona capacità di intrattenimento.
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