In America Latina, la giovane Mirabel Madrigal è l'unica della famiglia a non possedere doni sovrannaturali.
In America Latina, la giovane Mirabel Madrigal è l'unica della famiglia a non possedere doni sovrannaturali.
Sessantesimo Classico del canone Disney, Encanto è stato presentato come una favola che trasporta i temi soliti della casa di produzione statunitense nel contesto sudamericano. I riferimenti al genere del realismo magico, pervasivo nella letteratura e nella cultura latinoamericana, sono continui: l'immagine della famiglia, seguita nel corso di più generazioni, cui accadono fatti incredibili riporta alla mente i capostipiti del genere, da Cent'anni di solitudine (1967) di Gabriel García Márquez ai racconti di Julio Cortàzar, passando per il genio surrealista di Alejandro Jodorowsky. Il rischio che la narrazione del contesto sia in mano ad una multinazionale nordamericana è l'eccessiva rappresentazione oleografica e folklorica, in bilico fra appropriazione culturale ed esotismo: anche se in maniera meno accentuata rispetto a Luca (2020), dove i pregiudizi sulla sopposta italianità dell'ambientazione risultano eccessivi, Encanto non ne è del tutto immune. Quanto alla morale, indirizzata all'inclusività e all'accettazione del diverso, non si aggiungono tasselli nuovi al mosaico che la Disney ha composto, altrove co risultati più efficaci, negli ultimi decenni.
La sceneggiatura è di Jared Bush (Oceania, 2016)), Charise Castro Smith, Lin-Manuel Miranda, di recente esordio alla regia con il discreto Tick, Tick... Boom! (2021). La struttura narrativa risulta abbastanza semplice e scontata in più snodi narrativi, tanto che allo spettatore risulta fin troppo facile indovinarne i passaggi: dalla giovane senza poteri che salva la tenuta della famiglia al parente reietto che torna redento, passando per il conflitto generazionale con la capostipite oppressiva che si pente, vi è una sostanziale assenza di novità nello svolgimento del racconto. In aggiunta i personaggi, per quanto tiepidamente caratterizzati dai propri poteri speciali, appaiono poco approfonditi: le loro crisi e i loro conflitti sono ridotti a puri pretesti per portare la protagonista alla risoluzione della trama. In definitiva, la tanto celebrata coralità del film rischia in più punti di scadere nell'approssimazione: i grandi Classici d'animazione Disney dovrebbero trovare la loro forza nell'iconicità dei personaggi, qui assente.
Sicuramente più originale e di pregiata fattura è invece l'aspetto visivo.
La regia di Byron Howard (Rapunzel - L'intreccio della torre, 2010; Zootropolis, 2016) e Jared Bush è varia e gradevole, con un ritmo sicuramente incalzante e adatto alla fantasia della materia narrativa. Le animazioni, come ormai ovvio aspettarsi dalla Disney, sono perfette: la magia, tema portante della trama, è resa attraverso la magnificenza delle ambientazioni e il ricorso continuo ad espedienti riusciti. Da lodare è inoltre la cura del dettaglio: i personaggi principali sono caratterizzati nell'aspetto con più efficacia rispetto alla sceneggiatura e i minimi particolari, comprese le comparse, risultano ottimi. La voluta non verosimiglianza dello stile grafico accentua il senso di realismo magico e la caricatura ha una potenza espressiva lodevole soprattutto perché correlata alla storia. La gradevolezza del prodotto finale, da questo punto di vista, è assicurata per il target cui il film si rivolge.
Nota invece sorprendentemente poco positiva, invece, è rappresentata dalle canzoni. Il comparto musicale, solitamente punta di diamante di tante produzioni Disney assieme ai personaggi, rispecchiano solo tiepidamente il contesto culturale, eccessivamente pop, e risultano piuttosto dimenticabili: fanno eccezione il brano We Don't Talk About Bruno e il main theme, per quanto messo poco in risalto. Encanto è in definitiva un discreto film per famiglie, con molti limiti e alcuni aspetti la cui potenzialità non viene sviluppata appieno. Distribuito a ridosso dell'inverno 2021, lasciava presagire molto di più e, fra i Classici Disney, è sicuramente un capitolo minore.
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