Dopo moltissimi secoli, i mostruosi devianti fanno la loro ricomparsa sul pianeta Terra, costringendo gli Eterni e unire nuovamente le forze.
Dopo moltissimi secoli, i mostruosi devianti fanno la loro ricomparsa sul pianeta Terra, costringendo gli Eterni e unire nuovamente le forze.
Chloe Zhao (premio Oscar per Nomadland, 2021) co-scrive e dirige la mastodontica opera The Eternals, ventiseiesima pellicola dell'universo cinematografico della Marvel.
Terzo film della cosìdetta "quarta fase" dell'MCU, dopo il deludente Black Widow e l'inaspettato Shang- Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, The Eternals cerca di differenziarsi da quanto già visto (e stra visto) nei cinecomic, ricercando un'estetica più raffinata e una storyline più complessa.
Andando per ordine, visivamente la pellicola riesce nel suo intento di stupire il pubblico, la regia di Zhao non rinuncia alla sua estetica fatta di paesaggi desolati e inquadrature statiche e drammatiche. Allo stesso modo la fotografia di Ben Davis (Marigold Hotel, 2011; Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, 2017) sposa gli intenti della regista e regala scene raffinate e visivamente bellissime.
La sceneggiatura, dalla lunghezza di quasi tre ore, non riesce completamente nell'intento di innalzare la qualità e la complessità dei film Marvel cadendo in alcuni clichè ed errori. Partendo proprio dall'eccessiva durata, la dilatazione della narrazione non dà l'esaustività di tutto ciò che viene introdotto. Il capo dei devianti che sviluppa una coscienza umana, le intrecciate e superflue storie d'amore (fatta eccezione per quella principale), pochi approfondimenti di alcuni personaggi a discapito di precisazioni inutili, sono solo alcune delle errate scelte di sceneggiatura.
Non aiutano nello stesso contesto i flashback, non sempre inseriti in modo corretto durante la narrazione e che non bastano da soli a giustificare le scelte del personaggio chiave di Ikaris, sottolineando problemi non solo nella scrittura ma anche nel montaggio. Dove per molti film viene criticato l'inutilità di un sequel, forse per sopperire a questo mix di elementi, potenzialmente interessanti, sarebbe stata utile la scelta di dividere il film in un secondo capitolo; scelta che avrebbe evitato anche l'ennesima (marginale) introduzione di nuovi personaggi: il Black Knight interpretato da Kit Harington (Il Trono di Spade, 2011 - 2019; La mia vita con John F. Donovan, 2018), che include per altro la voce fuori campo di Blade (l'ammazzavampiri che verrà interpretato nell'MCU da Mahershala Ali) e il personaggio Eros, interpretato da Harry Styles (Dunkirk, 2017; Don't Worry Darling, 2022).
L'intento di qualità è confermato anche dalla CGI e dagli effetti speciali, che si dimostrano all'altezza dell'esorbitante budget, nella modellazione delle creature, così come nei particolari dei poteri degli Eterni, fino alle spettacolari ricreazioni di paesaggi e fenomeni naturali. Il cast, che aveva creato così alte aspettative, riesce nel suo intento di regalare anima e corpo a questi supereroi, creando in ciascuno di essi una propria identità al di là della scrittura; identità ed estetica per altro molto curate anche a livello di costumi e make up.
Tanto interessante quanto affascinante la tematica, se vogliamo così definirla, religiosa, sulla creazione dell'universo (e degli universi) tramite mano di creature a loro volta create da un'identità superiore, ben rappresentata, ma mai troppo evidente, anche da alcuni riferimenti storici - archeologici. Inserita nello stesso contesto e coerente alla narrazione la frase "La verità li renderà liberi", simile a quella del Vangelo di Giovanni "Veritas Vos Liberat" , che riassume nella pellicola la questione etica di interferenza e cooperazione dell'entità divine sulla vita umana, alla base del soggetto narrativo.
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