Il film narra le vicende, realmente accadute, dell'astronauta Neil Armstrong, celebre per essere stato il primo uomo sulla Luna.
Il film narra le vicende, realmente accadute, dell'astronauta Neil Armstrong, celebre per essere stato il primo uomo sulla Luna.
Tratto dalla biografia ufficiale di Neil Armstrong “First Man: the life of Neil A. Armstrong” scritta da James R. Hansen, First Man segue quel sottile filo conduttore dei lavori di Chazelle su vincitori e vinti, iniziato con Whiplash (2014), continuato con La la land (2016) e conclusosi con quest'ultimo film.
Chazelle decide di lasciare da parte la dimensione musicale dei suoi primi lavori per concentrarsi su una storia vera che non si consuma solo come una narrazione pubblica come lo sbarco sulla luna, ma anche su una dimensione privata e intima, come il rapporto di Neil con la moglie e con il lutto.
Viene messa da parte anche tutto quel American Pride che ha sempre un po' caratterizzato questo tipo di film, a favore di una versione più incentrata sul singolo che sulla nazione; basti pensare all'assenza della scena in cui sulla superficie lunare sventola la bandiera americana, per esempio.
La cornice storica è ben strutturata ed è apprezzabile l'aderenza al reale che non risulta mai eccessivamente forzata, affermandosi così come un biopic semplice, lineare ma allo stesso tempo realistico e intimista.
Il punto di forza della pellicola è però nel reparto tecnico, a conferma di ciò le quattro candidature agli Academy Awards (miglior effetti speciali, miglior scenografia, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro). Il montaggio sonoro e il sonoro, in particolare, risultano ottimali e adatti al genere; con una tecnica specifica e ben delineata, come uso di silenzi per aumentare la suspence o per dare l'idea dello spazio (stessa tecnica usata per il più recente film Ad Astra), lo spettatore viene ulteriormente trasportato in una dimensione realistica.
Il silenzio che plasma la tensione, intervallata a sua volta da momenti familiari e incredibilmente umani, ricordano il film Dunkirk (Christopher Nolan; 2017), ma First Man riesce a brillare esattamente dove Nolan ha fallito: Chazelle lascia da parte virtuosismi di camera e di stile per una regia più semplice e lineare che risulta vincente nel far emergere le vicende e i personaggi.
Il personaggio femminile è ben approfondito e sempre in rapporto con il protagonista, ma è probabilmente questo che lo rende un personaggio che funziona all'interno della narrazione, degna di nota anche la prova attoriale di Claire Foy che non si lascia mettere in ombra dal collega Ryan Gosling.
L'unico limite del film risulta quindi essere un'attitudine troppo storica, che non sempre aiuta la scorrevolezza della narrazione ma che riesce a essere comunque ben distribuita grazie alla parte “umana” del personaggio di Neil Armstrong, che possiamo dire di conoscere non solo più come “il primo uomo che camminò sulla Luna”.
Caricamento modulo