Nel 1962 Tony Vallelonga, soprannominato Tony Lip per le sue doti di affabulatore, deve trovarsi un impiego che lo tenga occupato per circa due mesi, a causa della chiusura per ristrutturazione del locale dove lavora come buttafuori
Nel 1962 Tony Vallelonga, soprannominato Tony Lip per le sue doti di affabulatore, deve trovarsi un impiego che lo tenga occupato per circa due mesi, a causa della chiusura per ristrutturazione del locale dove lavora come buttafuori
Una storia ideale da cui trarre un film, soprattutto in tempi come questi. La sceneggiatura, scritta anche dal figlio di Tony Vallelonga, Nick, è il perfetto punto di partenza. Un punto di partenza di certo non fra i più innovativi, che mira a colpire il cuore degli spettatori raccontando la storia dalla prospettiva un uomo di colore che dovrà affrontare molteplici problematiche durante il suo viaggio e sarà costretto ad usare una guida, il Green Book, per sapere dovrà potrà alloggiare.
Il modo in cui viene sviluppata la trama è, però, originale e coinvolgente. La forte carica politica di un tema come il razzismo viene stemperata nella narrazione di un'amicizia sopra le righe. Vengono calibrati alla perfezione dialoghi divertenti e momenti di grande impatto emotivo, che ci ricordano con forza il tema centrale della pellicola.
I toni da commedia sono sicuramente scaturiti dalla mente del regista, Peter Farrelly, ideatore, insieme, al fratello, della comedy politicamente scorretta tipicamente americana (Scemo & più scemo, Tutti pazzi per Mary, Amore a prima svista). Probabilmente la mancanza di grandi effetti dal punto di vista della messa in scena e delle inquadrature dipende proprio dal pregresso lavorativo del cineasta.
Ma il punto di forza del film è sicuramente il duo di attori protagonisti, Viggo Mortensen e Mahershala Ali.
Viggo Mortensen interpreta in maniera irresistibile Tony Lip. Un personaggio lontanissimo dal suo stile e dalla sua personalità, rozzo, ignorante, inizialmente razzista e violento. Ingrassato molto per l'occasione, trangugia cibo da fast food e parla con un forte accento del Bronx, intervallato da espressioni italoamericane, risultando molto credibile. E rende evidente l'evoluzione di questo personaggio, che lentamente vince i suoi pregiudizi ed inizia ad aiutare Shirley per sincero interesse. Per questo ruolo, viene candidato al suo terzo Oscar.
Ali, al contrario, porta avanti un percorso inverso. Da spacciatore dal cuore buono in Moonlight (ruolo per cui vinse il suo primo Oscar), diviene un raffinato e colto pianista, sempre ben vestito ed elegante, che mal sopporta le volgarità e gli eccessi. Una performance equilibrata e misurata, da cui traspare la profonda solitudine di quest'uomo, che gli vale un secondo Oscar nell'ultima edizione.
Un film coinvolgente ed emozionante, che contiene tutti gli elementi per piacere tanto al grande pubblico, quanto alla critica. Forse un soggetto e una regia non del tutto originali, ma con il merito di aver riportato il cinema commerciale nella recente stagione dei premi. E la vittoria agli ultimi Oscar (come miglior film e miglior sceneggiatura originale) è la conferma che era ciò di cui Hollywood aveva bisogno.
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