Scheda:
Titolo Originale:
Spotlight
Uscita:
3 settembre 2015
(prima: 6/11/2015)
Sceneggiatura:
Tom McCarthy
Josh Singer
Fotografia:
Masanobu Takayanagi
Scenografia:
Shane Vieau
Vanessa Knoll
Produzione:
Steve Golin
Michael Sugar
Nicole Rocklin
Blye Pagon Faust
Produzione Esecutiva:
Jonathan King
Jeff Skoll
Tom Ortenberg
Xavier Marchand
Michael Bederman
Josh Singer
Pierre Omidyar
Bard Dorros
Peter Lawson
Casa di Produzione:
Participant
Entertainment One
Anonymous Content
Open Road Films
Rocklin / Faust
First Look Media
Topic Studios
Carica Altro
Cast:
Trama:
Anticipazione
Trama Completa
Tratto da una storia vera. Boston, 2001: il team di giornalisti investigativi Spotlight, del Boston Globe, riceve dal neo-direttore Martin Baron il compito di indagare su un presunto caso di abuso su minorenni da parte di un prete locale. L'inchiesta porta alla luce un'intera rete di protezione sistematica di numerosi preti pedofili nell'arcidiocesi di Boston.
Il film riporta fedelmente le vicende accadute a Boston nel 2001. Appena nominato direttore del prestigioso quotidiano Boston Globe, il coraggioso giornalista di Miami Martin Baron (Liev Schreiber) incarica la squadra Spotlight, specializzata in reportage di inchiesta, di indagare su un presunto caso di pedofilia in ambiente ecclesiastico. Si tratta di un prete del luogo che per oltre trent'anni, in passato, avrebbe abusato di giovani parrocchiani ora divenuti adulti.
Il team, capitanato da Ben Bradley jr. (John Slattery) e formato dallo stolido caporedattore Walter Robinson (Michael Keaton), dai cronisti Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Michael Rezendes (Mark Ruffalo) e dall'esperto di web journalism Matt Carroll (Brian d'Arcy James), inizia a scontrarsi con le difficoltà che il fatto comporta: attorno all'argomento sembra vigere infatti il silenzio più assoluto.
Attraverso i colloqui con le vittime, che per la prima volta vincono la reticenza e la vergogna ad ammettere ciò che è capitato loro, e con l'avvocato Mitchell Garabedian (Stanley Tucci),
i reporter si rendono conto che gli abusi commessi e poi insabbiati dalla Chiesa Cattolica sono tutt'altro che eccezionali, ma hanno piuttosto un carattere sistematico e pervasivo.
Emerge infatti che sono poco meno di un centinaio i prelati dell'Arcidiocesi di Boston ad aver compiuto costantemente negli anni atti di abuso su minorenni, per poi venire protetti dall'influente arcivescovo Bernard Francis Law (Len Cariou).
I giornalisti riusciranno a pubblicare un'inchiesta che, se a loro varrà un paio di anni dopo il Premio Pulitzer di pubblico servizio, porterà all'attenzione di media e autorità un'intera rete di violenze rimaste impunite.
Recensione:
Fra i titoli più apprezzati del 2015, Il caso Spotlight ha goduto di pareri positivi fin dalla sua presentazione alla settantaduesima Mostra internazionale di arte cinematografica a Venezia, fino a vincere due statuette (miglior film e miglior sceneggiatura originale) agli Oscar 2016.
È infatti la sceneggiatura uno dei punti di forza del film. Non è per nulla scontato raccontare al pubblico, con dovuta accuratezza e trasparenza intellettuale, una vicenda realmente accaduta, relativamente recente e soprattutto emotivamente controversa: ciò nonostante, il coraggioso screenplay del regista Tom McCarthy, autore de L'ospite inatteso (2007) e sceneggiatore di Up (2009), e di Josh Singer (Il quinto potere, 2013, The post, 2018), riesce a sfruttare appieno i modelli tensionali del thriller, dove il detective è il Boston Globe e il criminale la rete di corruzione interna alla Chiesa, con il risultato di coinvolgere in modo adeguato lo spettatore.
Se è vero che il materiale narrativo può risultare complesso e i dialoghi spesso suonano ripetitivi, vista anche l'ambientazione giornalistica, la solidità dello storytelling procede comunque compatta e senza indugiare in eccessivi ritratti psicologici.
Più che di un film sulle conseguenze degli abusi sulle vittime, si tratta di una denuncia sul funzionamento dei rapporti fra potere, informazione e impegno civile, e
il susseguirsi quasi scientifico e tuttavia avvincente degli eventi narrati è sicuramente una modalità di racconto efficace.
A ciò si aggiungono l'ottima interpretazione, pulita e mai tesa alla celebrazione, di un Michael Keaton più funzionario della giustizia che eroe, e quella più empaticamente vicina allo spettatore di Mark Ruffalo. Di contro, il resto del cast appare più convenzionale nella recitazione, probabilmente perché la tipologia stessa del film non chiede nulla di più.
Per lo stesso motivo, a fronte della sceneggiatura quasi perfetta, tutto il reparto tecnico, se è vero che non cade mai di stile, non brilla nemmeno per originalità. La regia, accademica e convenzionale, a tratti rischia infatti di risultare anonima; la fotografia, a cura di Masanobu Takayanagi (True story, 2015), è priva di particolari distintivi; le musiche di Howard Shore, due volte premio Oscar (nel 2002 e nel 2004) per i primi due capitoli de Il Signore degli Anelli, sono poco presenti e ridotte praticamente a un riff di pianoforte.
Il caso Spotlight rientra nel filone del cinema civilmente impegnato americano e l'assenza di stravaganze stilistiche è funzionale alla pulizia del racconto, così come il cast non punta a rappresentare dei personaggi indimenticabili e originali ma a ritrarre dei rapporti di convivenza in una data situazione reale; tuttavia è proprio questa tendenza alla piattezza l'unica pecca di un film altrimenti perfettamente calibrato, che non scade mai nel melodramma ma allo stesso tempo sa coinvolgere chi lo guarda.
A cura di Michele Piatti.
Pubblicato il 19 marzo 2019.
Pro:
- Sceneggiatura ottima, da una storia vera.
- Keaton e Ruffalo ottimi interpreti.
- Buon utilizzo della narrazione tensionale.
Contro:
- Regia e fotografia convenzionali.
- Musiche quasi assenti.
- Il resto del cast non brilla.
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