Scheda:
Titolo Originale:
Mad Max 2
Uscita:
18 agosto 1982
(prima: 24/12/1981)
Genere:
Avventura
Azione
Thriller
Fantascienza
Sceneggiatura:
Terry Hayes
George Miller
Brian Hannant
Montaggio:
David Stiven
Tim Wellburn
Michael Balson
Produzione:
Byron Kennedy
Casa di Produzione:
Kennedy Miller Productions
Warner Bros. Pictures
Carica Altro
Cast:
Trama:
Anticipazione
Trama Completa
In un mondo post-apocalittico, un uomo solitario vaga nel deserto alla ricerca di cibo e carburante per la sua auto.
A seguito di una guerra globale, la civiltà è collassata, e il deserto domina il pianeta, attualmente in stato di barbarica anarchia. Perseguitato psicologicamente dalla morte della sua famiglia, Max Rockatansky (Mel Gibson) vaga per le lande deserte del pianeta a bordo di un'auto, alla ricerca di cibo e benzina. Dopo aver scacciato una banda guidata dal motociclista Wez (Vernon Wells), e appropriatosi della benzina di uno dei loro veicoli distrutti, Max, deciso a raccogliere il carburante di una sorta di aliante abbandonato, cade in un'imboscata. Max riesce a sopraffare l'uomo, e gli risparmia la vita ottenendo da lui la posizione di una raffineria petrolifera che il pilota conosceva. Quando arrivano, il complesso è circondato dalla banda di Wez, che quotidianamente tenta di assediare il forte per appropriarsi del carburante, invano. Dopo aver salvato uno dei coloni sopravvissuti a un attacco della banda al di fuori del complesso, e averlo riportato al campo, Max si guadagna la fiducia degli uomini della raffineria.
Nella paura che da un giorno all'altro la banda di Wez possa assaltare il complesso definitivamente, Max propone al capo dei coloni un accordo: si procurerà un veicolo per trainare l'autocisterna di benzina se gli restituiscono la macchina requisitagli, compreso il pieno di carburante.
Una volta recuperato il mezzo trainante, Max decide di prende la propria auto e andarsene, nonostante i coloni gli abbiano proposto di fuggire a nord insieme. Poco dopo Max viene raggiunto dalla banda di Wez: la sua auto viene distrutta e lui stesso viene considerato morto, scampato alla morte per un soffio, e riportato al complesso tramite lo pseudo elicottero dell'amico. Max, guarito dalle ferite, insiste per guidare il camion blindato con la cisterna del carburante, e i coloni accettano. Lascia il complesso, accompagnato da alcuni compagni del forte per fornirgli protezione, e mentre la banda di guerrieri li insegue, i coloni rimasti sono liberi di fuggire a nord con un autobus. Nello stenuante inseguimento finale il camion esce di strada fuori controllo, Wez e molti altri componenti della banda muoiono, mentre Max, sopravvissuto, rivela che dal serbatoio della petroliera distrutta fuoriesce sabbia, mentre il carburante è stato nascosto nel bus dei coloni fuggiti. Max torna a vagare solitario nel deserto, mentre tutti i coloni sopravvissuti si recano a nord per stabilirsi come tribù.
Recensione:
Secondo capitolo della rivoluzionaria saga di Mad Max, Interceptor – Il guerriero della strada è un grande passo avanti in termini di innovazione stilistica e vicinanza al ben più recente Mad Max: Fury Road (2015), considerato da subito capolavoro moderno del cinema d'azione. Se nel primo film (Interceptor, 1979) la componente cyberpunk era ancora in uno stato embrionale, qui si possono già riconoscere i segni di un'estetica destinata a influire sull'immaginario e a perdurare fino all'ultima pellicola.
Il mondo post-apocalittico è sostanzialmente riportato a uno stadio neo-barbarico e nomadico, tratteggiato da un graduale annullamento della divisione fra umano e macchinico e da costumi sporchi, reali, veri e propri puzzle di etnie e subculture.
Difatti, salvo un prologo probabilmente troppo invecchiato, la messa in scena di George Miller si reinventa in chiave futuristica, regalandoci stenuanti corse stradali e sequenze d'azione molto frenetiche, incalzando lo spettatore con l'alternanza di riprese aeree e numerosi inseguimenti al cardiopalma. La differenza tuttavia la fanno le scenografie e i costumi. Le lunghe lande desertificate catapultano immediatamente il pubblico all'interno della storia, immerso in un'ambientazione post-atomica con la civiltà in stato di barbarica anarchia. I costumi seguono il filone fantascientifico medioevale, e sono i veri promotori della creazione di un mondo assestante, immaginario e reale allo stesso tempo.
A veicolare l'ottima estetica del film vi è una sceneggiatura particolare. L'ossatura della trama attinge principalmente dall'Iliade (Wez e il suo compagno come Achille e Patroclo, Lord Humungus nella persona di Agamennone e il Capitano Gyro riproposto in un Ulisse difensore), presentando una dinamica simile all'assedio di Troia, capovolgendo il trucco del cavallo. Altro modello di ispirazione è il western leoniano (o fordista), ampiamente saccheggiato nel tracciamento di un racconto derivativo nei temi, condito di violenza e provvisto del classico eroe errante e solitario, ma innovativo nei modi, fantascientifici. Sebbene i dialoghi siano meno approssimativi del primo capitolo, l'intera linea narrativa non offre nessuno spunto interessante, ripercorrendo come già citato molti archetipi già visti.
Invece ottimo lavoro in termini recitativi: Mel Gibson (Il professore e il pazzo, 2019), dopo un inizio di saga poco maturo, si dimostra finalmente calato e a proprio agio nel personaggio, circondato da altrettanti interpreti validi.
In definitiva, Interceptor – Il guerriero della strada è una miscela di archetipi narrativi di diversa provenienza cinematografica (e letteraria), narrati attraverso una grande messa in scena firmata George Miller, e che anticipa, parzialmente, la perfezione stilistica dell'apprezzatissimo ultimo capitolo.
A cura di Jacopo Castiglione.
Pubblicato il 19 dicembre 2020.
Pro:
- Ottima regia di George Miller, volta a esaltare scene d'azione e scenografie.
- Scenografie e Costumi ben realizzati, tratti distintivi del filone medioevale fantascientifico della saga.
- Interpretazioni nel complesso positive.
Contro:
- Musiche marginali.
- Sceneggiatura meno approssimativa del primo capitolo, ma che ripercorre archetipi narrativi già ampiamente pervenuti
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