Un uomo viene implicato, per un apparente scambio di persona, in un complesso complotto spionistico.
Un uomo viene implicato, per un apparente scambio di persona, in un complesso complotto spionistico.
È il 1959 e Alfred Hitchcock è reduce da La donna che visse due volte, thriller dai toni drammatici e dalle complesse chiavi interpretative. L'anno dopo firmerà Psyco, pellicola dove avanguardia tecnica e registro horror si miscelano alla perfezione. Oltre oceano, nella natia Inghilterra, sta nascendo l'interesse, prima letterario e poi cinematografico, per un personaggio che riscriverà il genere spionistico: James Bond, nato dalla penna di Ian Fleming e responsabile di una decisa svolta del genere verso l'azione. Hitchcock, sempre in bilico fra il tentativo di farsi riconoscere uno status da autore e l'intenzione di fare del cinema una macchina di intrattenimento e narrazione, sembra fiutarne le caratteristiche: ritmo serrato, plot con effetti a sorpresa e protagonista tanto affascinante quanto ironico. Nasce probabilmente così Intrigo internazionale, creatura dove il meccanismo della suspense sembra cedere a sequenze spettacolari e a una componente umoristica mai assente nei film del regista, ma qui decisamente più marcata.
Il primo effetto visibile di questa svolta risiede nella sceneggiatura e nella scrittura dei personaggi, a cura di Ernest Lehman (West side story, 1961). La storia prende le mosse dal soggetto quasi kafkiano dell'innocente perseguitato per una ragione a lui ignota. L'intreccio prende poi una strada tortuosa, forse eccessivamente complessa, fatta di false piste ed espedienti talvolta più mostrativi che narrativi. Lo spostamento geografico e conoscitivo del protagonista, pellegrino proprio malgrado in un'America da Guerra fredda di cui si toccano i luoghi simbolici del potere (il palazzo dell'Onu, il Monte Rushmore), tralascia in più punto la compattezza del racconto per abbandonarsi a scene di puro, alto intrattenimento.
Vi è un aneddoto indicativo a tal proposito: interrogato sugli eventuali simbolismi del film, Hitchcock rispose che l'unica metafora presente fosse di natura erotica, e riguardasse il treno dei neo-sposi che, nel finale, entra in una galleria.
Non sarebbe né scorretto né svilente definire Intrigo internazionale come una sorta di grande divertissement, a riprova di come la distinzione fra arte e commercio sia eccessivamente statica. Prolisso e discontinuo, e allo stesso tempo serrato e brioso, il film non è fra i capolavori di Hitchcock ma ne rimane una delle sue opere più divertenti e divertite. Complice un umorismo alle volte quasi spiazzante per il genere, affidato all'ottimo Cary Grant che, da interprete brillante prestato all'avventura, sembra davvero parodiare James Bond prima del suo approdo sul grande schermo.
A riprova di come sia possibile fare del grande cinema pur rimanendo nel recinto del film di genere, basti pensare a certe sequenze tanto gratuite quanto registicamente sorprendenti: su tutte, la guida in stato di ebrezza, l'inseguimento aereo (che conta 132 inquadrature e 7 minuti privi di dialogo) e la scalata sul naso presidenziale al Monte Rushmore. Da citare anche l'indimenticabile inquadratura dal palazzo delle Nazioni Unite, a campo lunghissimo, sulla piazza sottostante, assolutamente espressiva del tema della persecuzione. Il montaggio assume un ruolo predominante grazie a George Tomassini, collaboratore abituale di Hitchcock che in Psyco passerà alla storia con la sequenza dell'assassinio nella doccia: a proposito del suddetto finale, è memorabile il jump cut che vede il personaggio di Eva Marie Saint farsi reggere dal dirupo alla pedana del treno.
Fotografia a colori gustosa di Robert Burks, che sempre con Hitchcock e Grant aveva conseguito un Oscar nel 1956 per Caccia al ladro, e musiche di Lyn Murray (Cenerentola, 1951) in pieno stile di genere, coronano l'ottima fattura di un film che deve tanto anche al protagonista maschile. Meno discreta l'interpretazione di Eva Marie Saint, che riesce solo in parte a reggere il conforto con le precedenti muse del regista Kim Novak e Grace Kelly.
Intrigo internazionale presenta alcune sequenze fra le più citate e parodiate dell'intera storia del cinema e conferma l'estrema dedizione di Hitchcock al proprio lavoro, che risulta di alto profilo anche quando lo scopo è decisamente più leggero che altrove.
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