Una studiosa inglese, il suo fratello e un capitano di crociere che vive di espedienti navigano lungo il Rio delle Amazzoni alla ricerca di una pianta incantata.
Una studiosa inglese, il suo fratello e un capitano di crociere che vive di espedienti navigano lungo il Rio delle Amazzoni alla ricerca di una pianta incantata.
Singolare incrocio fra le saghe di Pirati dei Caraibi e Indiana Jones, l'origine di Jungle Cruise si deve all'omonima attrazione di Disneyland e si vede. La prima sequenza ambientata sull'imbarcazione di Frank tradisce i modi e le sorprese delle classiche giostre dei parchi divertimento. A considerare il film come un'estensione di una giostra, il giudizio non dovrebbe essere troppo negativo: il prodotto punta al divertimento spicciolo per tutta la famiglia e, in più di una sequenza, ci riesce anche grazie a una componente umoristica mai eccessiva. La transmedialità del prodotto è ancora più evidente nelle scene che ricalcano i classici film 3D dei luna park e in alcuni giochi di riferimenti esterni, quali lo scontro fra Dwayne Johnson ‘The Rock' e il giaguaro che mima un incontro di wrestling.
I problemi sorgono quando lo si vuole valutare come film a sé stante. Allora davvero si notano i macroscopici difetti di qualsiasi epopea statunitense ricalchi i film d'azione e d'avventura degli anni Ottanta: la rappresentazione stereotipa degli indigeni, la classica attribuzione di malvagità agli antagonisti bellici tedeschi (i Nazisti contro cui combatteva Indiana Jones sono storicamente lì da venire, ma il personaggio di Jesse Plemons ricalca la macchietta del gerarca hitleriano) e soprattutto il ricorrente machismo vestito di ironia. A tal proposito, per quanto Jungle Cruise sia stato sponsorizzato anche come film inclusivo, è da notare come il personaggio omosessuale di Jack Whitehall sia a propria volta un collage di stereotipi di genere e narrativi: debole, effeminato, inoffensivo, leggermente viziato, unico dei tre protagonisti a rimanere single alla fine del film. Caratteristiche che, fra le righe, si sposano anche con il suddetto antagonista.
Ad accomunare il film alle produzioni degli anni Ottanta è anche la spinta assurdità di alcune trovate narrative (il giaguaro domestico, le api che gesticolano e il sottomarino nel fiume su tutte) che perlomeno hanno il pregio di risultare divertenti.
A livello di sceneggiatura, oltre ad una lunghezza eccessiva, la sceneggiatura a dieci mani di Michael Green, Glenn Ficarra, John Requa, J.D. Payne e Patrick McKaydeve fare i conti con una storia che, esauriti i primi venti minuti, lascia già intendere dove vuole andare a parare. Il target, più che famigliare, diventa qui dedicato a un pubblico di giovanissimi. A salvare la trama dal naufragio totale sono effettivamente le sequenze umoristiche e qualche scena d'azione, effettivamente svolta con cura.La regia di Jaume Collet-Serra (La maschera di cera, 2005) riesce anche discretamente a barcamenarsi fra i generi, passando abilmente dall'avventura all'horror, a atto che lo spettatore sia disposto a sforzarsi nel sospendere il proprio senso di verosimiglianza. A questo senso di straniante irrealtà, tipica dei parchi divertimento, contribuiscono anche le scenografie di Jean-Vincent Pozus e gli effetti speciali, non eccelsi e palesemente artefatti ma almeno in linea con altri prodotti recenti della Disney.
Dimenticabili perché di maniera sono poi le musiche di James Newton Howard, che ha alle spalle una lunga carriera di compositore per film che va da Pretty Woman (1990) alla trilogia di Batman di Christopher Nolan in coppia con Hans Zimmer. In definitiva, a conferire a Jungle Cruise quel minimo necessario di identità è il cast: Dwayne Johnson, pur apparendo fuori luogo rispetto a storia ed ambientazione, ha sufficiente carisma e presenza scenica da risultare simpatico e Jesse Plemons dimostra di sapersela cavare non solo in ruoli controversi o in complesse parti d'autore (Sto pensando di finirla qui, 2020) ma anche in interpretazioni più leggere. Buoni i caratteristi e i personaggi terziari, mentre Emily Blunt non appare totalmente a proprio agio nella parte.
Jungle Cruise parte con aspettative basse e riesce a non peggiorare: è una lunga giostra con meccanismi già visti che riesce a sufficienza nel proprio scopo di intrattenere, ma non va oltre.
Caricamento modulo