Scheda:
Titolo Originale:
Nightmare Alley
Regia:
Guillermo del Toro
Uscita:
27 gennaio 2022
(prima: 2/12/2021)
Sceneggiatura:
Guillermo del Toro
Kim Morgan
Montaggio:
Cam McLauchlin
Produzione:
Guillermo del Toro
J. Miles Dale
Bradley Cooper
Casa di Produzione:
Searchlight Pictures
Double Dare You Productions
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Cast:
Trama:
Anticipazione
Trama Completa
Stanton "Stan" Carlisle (Bradley Cooper) accetta il lavoro di giostraio in una fiera, portando con sè un misterioso passato e un altrettanto inquietante futuro.
1939, Stanton "Stan" Carlisle (Bradley Cooper) brucia la sua casa dopo aver messo un corpo in un buco nel pavimento. Girovagando senza una meta, Stan accetta un lavoro come giostraio.
In seguito a una ferita grave provocata da Stan, L'uomo Bestia, attrazione del circo, viene abbandonato davanti a un ospedale e il proprietario Clem (William DeFoe) rivela all'uomo la verità: gli "uomini bestia" non sono altro alcolisti o tossicodipendenti, che attira con una promessa di lavoro ma che assuefa con alcool e oppio, facendoli sprofondare nella più totale depravazione e follia.
Stan lavora con Madame Zeena (Tony Collette), chiaroveggente, e suo marito alcolizzato Pete (David Strathairn), che intrattengono il pubblico pagante con un finto spiritismo e mentalismo fatto di un sistema di linguaggio codificato.
Stan nel frattempo si innamora di Molly (Rooney Mara), alla quale propone di scappare insieme dal circo.
Una notte Stan dà a Pete una bottiglia contenente veleno, invece che alcool e l'uomo muore. Stan ruba Pete il suo manuale per imbrogliare le persone con il mentalismo e scappa con Molly
Due anni più tardi, Stan riscuote un grandissimo successo come mentalista nella ricca cerchia di New York, con al suo fianco Molly, sua assistente.
Durante una performance, la psicologica Dr. Lilith Ritter (Cate Blanchett) interrompe il dialogo di Stan, convinta di poter smascherare i due, ma l'uomo riesce a ribaltare la situazione umiliandola.
Poco dopo, il ricco giudice Kimball, che aveva assunto Ritter per testare le capacità di Stan, si offre di pagarlo per fare da tramite con il suo figlio morto; malgrado il dissenso di Molly, Stan accetta.
Stan si presenta, incuriosito, nell'ufficio della dottoressa, la quale è ben consapevole della truffa dell'uomo e decidono di collaborare per estrarre informazioni private a Kimball, che la Ritter possiede grazie alle registrazioni delle loro sedute.
Anche la dottoressa però si rivela molto interessata a Stan e gli propone delle sedute di psicoterapia, in cui l'uomo rivela il senso di colpa per la morte di Pete e l'odio profondo verso il padre alcolizzato, che ha ucciso nella loro casa prima di iniziare a lavorare al carnevale.
Dopo l'incredibile seduta con Stan, Kimball presenta il mentalista al potentissimo e ricchissimo Ezra Grindle, la cui amante è morta per un aborto da lui forzato. Ritter fornisce nuovamente le informazioni al protagonista per vendicarsi di Grindle che in precedenza l'aveva aggredita.
Molly, infelice e delusa, dopo esser venuta a conoscenza della relazione tra Stan e la dottoressa decide di lasciarlo, ma una volta scoperto l'abbandono, l'uomo si reca in stazione pregando la ragazza di non lasciarlo e di aiutarlo un'ultima volta. Molly, suo malgrado, accetta.
La ragazza serve infatti agli scopi di Stan, che per far contento il ricco Grindle deve far materializzare il fantasma di Dory, che verrà interpretata Molly stessa.
Al cimitero, luogo designato per l'apparizione di Dory - Molly, Grindle rivela di essere un violento, che nel corso degli anni ha abusato moltissime donne per via dell'incessante senso di colpa dovuto dalla morte di Dory.
Molly appare e Grindle l'abbraccia, rendendosi conto però dell'inganno; contemporaneamente lo scagnozzo di Grindle (Anderson) sente alla radio che Kimball e la moglie sono stati trovati morti in un omicidio - suicidio a causa delle promesse del mentalista di riunione dei due con il figlio e quindi, va a controllare il suo capo e Stan.
Grindle, furioso con Stan lo aggredisce, ma sarà proprio il protagonista a ucciderlo a mani nude, investendo anche Anderson durante la fuga. Spaventata e ferita, Molly lascia definitivamente Stan che va da Ritter per chiedere aiuto.
Ritter però, per tutto questo tempo, ha a sua volta ingannato l'uomo per vendicarsi dell'umiliazione pubblica subita durante il loro primo incontro. La dottoressa chiama la polizia, ricattando l'uomo con le registrazioni delle loro sedute e gli spara all'orecchio.
Stan, ferito e senza più nessuno su cui contare, scappa per condannarsi a un'esistenza di vagabondo alcolizzato.
Portato al limite, Stan cerca lavoro come mentalista presso un nuovo luna park, ma il proprietario gli offre invece un lavoro come uomo bestia.
Recensione:
Dopo l'Oscar per La Forma dell'Acqua - The Shape of the Water (2017), Guillermo del Toro torna alla regia con La Fiera delle Illusioni - Nightmare Alley, tratto dall'omonimo libro di William Lindsay Greshman, già portato sullo schermo nel 1947.
Del Toro abbandona la sua predilezione del fantastico per dedicarsi a una pellicola volutamente noir nel genere e nell'estetica; nuovamente in collaborazione con Dan Lausten, già direttore della fotografia per La forma dell'Acqua e Crimson Peak (2015), il regista cerca di conferire alla pellicola i toni gotici che contraddistinguono da sempre la sua carriera, e se nella figurazione ci riesce regalando anche qualche scena splatter, nella sceneggiatura e nello sviluppo, il gotico sembra soffocato una gestione di tempi e di personaggi sbagliata.
Partendo dal principio infatti, un'atmosfera di mistero sembra avvolgere il protagonista Stan, che silenziosamente si fa avanti nel mondo del Circo, assetato di un potere che sembra presagire il famigerato Sogno Americano che proprio in quegli anni si affermerà come ideologia sognante dell'intera nazione.
Il primo atto, seppur pieno di simbolismo (di cui il gotico e il decadentismo si fanno padroni), risulta eccessivamente dilatato, sbilanciando completamente i tempi di narrazione e portando avanti alcune storyline che superano il livello introduttivo ma che non apportano nulla di effettivo alla storia.
Laddove quindi la sceneggiatura pecca, i simboli e le metafore ci presagiscono ciò che avverrà nel corso della pellicola: dal bizzarro neonato con il terzo occhio, al simbolismo puro dei Tarocchi, fino a piccole sottigliezze con cui il regista rendere partecipe lo spettatore, che non vuole ingannare ma che piuttosto, vuole coinvolgere nella fiera.
Con il salto temporale di due anni e con l'introduzione di nuovi personaggi, il secondo atto non riesce a sopperire alle mancanze di scrittura già presenti nella prima parte e neanche l'aiuto dei sopraccitati simbolismi aiuta i buchi di trama e i mancati approfondimenti psicologici.
Incontriamo, per esempio, la dottoressa Lilith Ritter, che rappresenta l'altra donna della narrazione: glaciale, sensuale, quasi hitchcockiana nei modi tanto sinuosi quanto calcolati, in contrapposizione alla tenera e innocente Molly (di cui si esplicita la verginità). Personaggio chiave nello svolgimento della narrazione, ancora una volta viene dato un piccolo indizio proprio a partire dal nome: Lilith con cui nella religione mesopotamica si identificava il demone femminile associata alla tempesta (portatrice di disgrazie) per poi diventare, in seguito alla religione cristiana, simbolo femminile che non si soggetta al potere maschile.
L'esplicita nominativa del personaggio però, non basta a soddisfare le motivazioni che spingono la dottoressa, personaggio chiave, nelle sue scelte e il proseguimento della sceneggiatura lascia completamente il personaggio senza un movente.
L'epilogo chiude però in maniera buona la storia, seppur tralasciando buchi di trama come sopraccitat; una nuova e ultima metafora circoscrive la storia di Stan, che diventa metafora stessa del sogno americano - fallito, agli albori della Seconda Guerra Mondiale, antropormorfizzando la situazione sociale e storica degli Stati Uniti degli anni '40.
Ad arricchire la scadente sceneggiatura è il reparto visivo, la bellezza de La Fiera delle Illusioni infatti, e per fortuna, è la messa in scena. A partire dai costumi, stravaganti e pretenziosi nel circo ed elegantissimi e raffinati nella seconda parte, fino alle stupende scenografie curate da Tamara Deverell. Non solo accurate nel contesto storico ma immersive nelle scene, importantissimo per esempio lo studio della dottoressa Ritter, quasi labirintico e maestoso in cui la neve non cessa mai cadere.
Per gli occhi meno attenti, piccoli dettagli sono regalati anche dall'ottimo sonoro e missaggio, che oltre alla resa ambientale suggestionano lo spettatore, come con la soggettiva del ticchettio dell'orologio, oggetto fondamentale per il passato di Stan.
Per concludere, La Fiera delle Illusioni non si può considerare il film più suggestivo di Del Toro (malgrado le potenzialità del soggetto narrativo) che, per l'appunto, brilla agli occhi, ma cede all'osseratura, nella scrittura, ma grazie a un'estetica curata, a indizi nascosti e un cast di altissimo livello, la visione - al cinema - vale il costo del biglietto.
A cura di Linda Giulio.
Pubblicato il 1 febbraio 2022.
Pro:
- Reparto visivo, in particolare costumi e scenografia.
- Simbolismi e metafore che arricchiscono la visione e l'andamento progressivo della pellicola.
Contro:
- sceneggiatura spesso debole e con buchi di trama rilevanti.
- Mancato approfondimento psicologico dei personaggi.
- Cast Attoriale.
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