Scheda:
Titolo Originale:
Lo chiamavano Jeeg Robot
Uscita:
17 ottobre 2015
(prima: 25/02/2016)
Genere:
Crime
Dramma
Azione
Fantascienza
Soggetto:
Nicola Guaglianone
Sceneggiatura:
Nicola Guaglianone
Menotti
Fotografia:
Michele D'Attanasio
Montaggio:
Andrea Maguolo
Musica:
Gabriele Mainetti
Michele Braga
Produzione:
Gabriele Mainetti
Produzione Esecutiva:
Jacopo Saraceni
Casa di Produzione:
Goon Films
RAI Cinema
Carica Altro
Cast:
Trama:
Anticipazione
Trama Completa
In fuga dalla polizia, il ladro Enzo Ceccotti si getta nelle acque del Tevere, grazie alle quali acquisisce incredibili superpoteri.
In seguito a un furto di un orologio, il ladruncolo Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), si getta nelle acque Tevere, dove entra in contatto con delle sostanze radioattive. Poco dopo incomincia a manifestare sintomi di malessere come febbre alta e nausea ma, il mattino seguente, sembra quasi completamente guarito.
In cerca di soldi, Enzo va a trovare Sergio (Stefano Ambrogi), un criminale membro della gang dello spietato Fabio, chiamato anche “Zingaro” (Luca Marinelli). Sergio decide di comprare l'orologio rubato e propone a Enzo di aiutarlo a recuperare della cocaina da due corrieri etiopi. Enzo accetta la proposta e una volta arrivati alla dimora dell'uomo, per prendere l'occorrente per la missione, incontra Alessia, figlia di Sergio, che mentalmente risulta essere una bambina, con una passione per il cartone animato Jeeg robot d'acciaio.
Una volta recuperati i corrieri, raggiungono il posto predestinato ma, uno dei due ragazzi etiopi muore in seguito a un'overdose, in seguito a ciò insorge una sparatoria dove Sergio e il corriere rimangono uccisi. Enzo riesce incredibilmente a sopravvivere, sia al colpo di pallottola, sia alla caduta dal palazzo.
Tornato a casa, cerca di evitare le domande di Alessia che chiede notizie del padre e, tirando un pugno alla porta quasi distruggendola, Enzo capisce di aver assunto, insieme all'invulnerabilità, anche una forza sovrumana.
Nel frattempo, lo Zingaro cerca di allargare il suo giro d'affari alleandosi con dei camorristi napoletani, capitanati da Nunzia Lo Cosimo (Antonia Truppo). Insospettito dalla mancanza di notizie di Sergio, decide di andare da Alessia per chiedere informazioni, intimorito dalla possibilità di un raggiro da parte di Sergio, lo Zingaro aggredisce violentemente la ragazza che viene però salvata da Enzo. In seguito al suo intervento Alessia inizia a credere che l'uomo sia la personificazione di Hiroshi Shiba, protagonista di Jeeg Robot.
Enzo, grazie a delle informazioni trovate nel portaocchiali di Sergio, rapina un camion portavalori che lo Zingaro e i suoi stavano per assaltare per potere ripagare il clan di Nunzia. In seguito a questa rapina Enzo accresce la sua fama di super criminale e attirando su di sé l'ira e l'attenzione dello Zingaro. La sera stessa Alessia, che Enzo aveva lasciato in una casa famiglia , viene riportata nella residenza dell'uomo dalla Polizia che l'aveva trovata ad aggirarsi per strada, mentre guardava un episodio di Jeeg Robot d'acciaio. Alessia, presa da una crisi, rivela a Enzo gli abusi sessuali subiti in passato. La banda dello Zingaro intanto, si trova sempre più in difficoltà e in pericolo per via del mancato pagamento alla banda di camorristi. Durante un incontro tra lo Zingaro e l'usuraio, un transessuale amico di Fabio viene attaccato dagli uomini di Nunzia e da Nunzia stessa, dando il via a uno scontro a fuoco, dal quale solo i capi ne escono illesi.
Intanto, tra Alessia ed Enzo inizia a svilupparsi qualcosa di più di un'amicizia e dopo aver regalato un vestito da principessa ad Alessia, la ragazza lo bacia, ed Enzo, fraintendendo la situazione, ha un rapporto sessuale con la ragazza che subisce con le lacrime agli occhi. Poco dopo Alessia attacca verbalmente Enzo, accusandolo di non comportarsi da eroe, ma piuttosto da egoista, e chiede nuovamente all'uomo notizie del padre. Apprendendo finalmente la verità, la ragazza scappa su un tram, ma Enzo riesce a fermarlo a mani nude per riunirsi nuovamente con la bella principessa. Una volta trovata una pensione dove potersi nascondere, lo Zingaro irrompe nella stanza, sedando e immobilizzando Enzo.
Fabio, avendo Alessia in ostaggio, riesce a farsi raccontare da Enzo le origini dei suoi super poteri. Arrivati sulle sponde del Tevere, Enzo, gli uomini dello Zingaro che tenevano in ostaggio Alessia e lo Zingaro stesso, vengono sorpresi dagli uomini di Nunzia che danno inizio all'ennesimo scontro a fuoco che porta alla morte di Alessia. Nel frattempo, anche per scappare dalla banda di Nunzia, lo Zingaro si è buttato nelle acque del Tevere, e una volta risalito in superficie, appare gravemente sfigurato per via delle sostanze radioattive ma, con gli stessi poteri di Enzo.
Dopo aver salvato una bambina da un incidente d'auto, e dopo aver appreso che come diceva Alessia, deve usare i suoi poteri a fin di bene, Enzo decide di sventare il piano terrorista dello Zingaro allo Stadio Olimpico, dove il criminale ha intenzione di piazzare un ordigno esplosivo. Una volta recuperata la bomba Enzo decide di buttandosi nelle acque del Tevere, tirando dentro anche Fabio, per far scoppiare l'ordigno senza provocare ulteriori danni ai civili. In seguito all'esplosione si vede la testa dello Zingaro volare in aria e, successivamente, un'inquadratura di Enzo sulla cima del Colosseo, deciso a proteggere la città indossando la maschera di Jeeg Robot.
Recensione:
Lo chiamavano Jeeg Robot, primo lungometraggio di Gabriele Mainetti, unisce vari generi cinematografici, con l'intento di portare sul grande schermo un prodotto italiano diverso e, in qualche modo, innovativo. Definito ironicamente dallo stesso regista come uno “SpaghettiMarvel”, il film mescola elementi di narrativa prettamente fantascientifici, come i superpoteri di Enzo, a elementi di incredibile attualità come la situazione di estrema violenza nei quartieri periferici di Roma.
Il dualismo tra realtà e fantarealtà viene rappresentato al meglio dal disturbo mentale di Alessia, che per scappare dalla situazione di violenza in cui vive, crea un piccolo mondo fantastico all'interno del mondo reale, incapace oramai di distinguere ciò che è vero e ciò che non lo è. Malgrado la sua dissociazione mentale, Alessia è il personaggio che funge da “voce della verità”, basta pensare a come rimprovera Enzo, accusandolo di essere un egoista e di usare impropriamente i suoi poteri o di come lo spinge a essere prima di tutto una persona migliore e poi, un buon supereroe.
Paradossalmente, il personaggio che ha meno contatto con la realtà in cui vive è il super cattivo di turno: lo Zingaro. Per tutto il corso del film si convince di essere una figura superiore rispetto a quella che poi effettivamente è, forse legato troppo alle vecchie glorie del passato (dopo tutto ha partecipato a “Domenica In”), accompagnato da una passione sfrenata, quasi ossessiva, delle grandi cantanti pop italiane, e a un bisogno continuo di controllo, legato a un disturbo quasi compulsivo: ogni volta che perde la calma si disinfetta freneticamente le mani.
Enzo invece, rappresenta un uomo non medio, ma al di sotto della media: un povero ladruncolo che vive in una stanza, che come passatempo guarda dvd porno e che mangia solo budini. Nella pellicola troviamo quindi un capovolgimento dei ruoli rispetto ai cinecomics americani: chi riceve i poteri non è una brava persona, qualcuno che per qualche merito morale viene ricompensato con forza sovrannaturale, ma un criminale che, che li ottiene per caso, scappando dalla polizia. Dietro ogni grande uomo, c'è una grande donna, ma in questo caso, dietro a un uomo quasi inutile nella sua esistenza, c'è dietro una ragazza instabile che però porta avanti i principi morali ed etici e una disillusa ingenuità che mancano all'eroe.
Roma è al centro dell'essenza del film, non funge solo da mura per la narrazione ma ne valorizza l'aspetto realistico, a tal punto che il regista ha scelto personalmente attori e attrici che rappresentassero a pieno la “romanità” dei personaggi, da qui anche l'uso esclusivo del dialetto. Prima delle scelte definitive nel casting, Mainetti aveva pensato anche ad Alessandro Borghi e Aurora Ruffino, con i quali aveva precedentemente collaborato, ma che non rappresentavano, a suo parere, i toni “coatti” che voleva conferire al film.
L'interpretazione di Santamaria potrebbe risultare piatta e abbastanza dimenticabile ma non dimentichiamoci che il personaggio di Enzo richiedeva esattamente questo: un'esistenza piatta e decisamente dimenticabile;
Santamaria, per il ruolo, è dovuto aumentare di ben 20 kg, arrivando quasi a un totale di 100 kg, se quindi pensate che non abbia fatto alcuno sforzo a livello recitativo, potete comunque compensare con uno sforzo a livello fisico.
Iconica e indimenticabile è invece la performance di Luca Marinelli, che gli è valsa il premio come Miglior Attore non protagonista ai David di Donatello, nei panni del cattivo più tamarro della storia del cinema italiano: a partire dal fracassamento del cranio usando come arma un iPhone bianco, fino alla magistrale performance di Un'emozione da poco, passando per la Bertè usata come discorso motivazionale per una banda di criminali, fino agli outfit improbabili e appariscenti indossati, letteralmente, fino alla morte. Vincitrice del David come Miglior Attrice Protagonista, Ilenia Pastorelli, ha abbattuto tutti i pregiudizi che la circondavano, non dimentichiamoci che si trattava del suo primo lavoro come attrice (prima di questo era conosciuta per aver partecipato a un'edizione del Grande Fratello), regalando una performance convincente ed emozionante, un personaggio tanto dolce e innocente quanto deciso e coatto.
Dal punto di vista tecnico, pecca gravemente l'audio: molte tracce presentano una dinamica troppo compressa che hanno portato a elementi di disturbo durante la visione.
Mainetti ha confessato più e più volte le sue difficoltà nel trovare qualcuno che credesse nel suo film e che riuscisse a portare in Italia un prodotto del genere sul grande schermo.
Ci piace quindi pensare che Lo Chiamavano Jeeg Robot abbia fatto capire che essere diversi e fare prodotti buoni in Italia non è per niente impossibile, come ci ha mostrato recentemente anche Matteo Rovere con il suo Primo Re.
A cura di Linda Giulio.
Pubblicato il 16 aprile 2019.
Pro:
- Performance di Ilenia Pastorelli e Luca Marinelli.
- Soggetto originale in italia che riesce a differenziarsi anche dai prodotti simili americani.
- Atmosfera romana ricreata perfettamente.
Contro:
- Regia con alti e bassi
- Fotografia accademica, non spicca.
- Missaggio sonoro fortemente compromesso.
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