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Lilly Wachowski, Lana Wachowski

Matrix Reloaded | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Matrix Reloaded
Titolo Originale:
The Matrix Reloaded
Regia:
Lilly Wachowski
Lana Wachowski
Uscita:
23 maggio 2003
(prima: 15/05/2003)
Lingua Originale:
en
Durata:
138 minuti
Genere:
Avventura
Azione
Thriller
Fantascienza
Soggetto:
Sceneggiatura:
Lilly Wachowski
Lana Wachowski
Fotografia:
Bill Pope
Montaggio:
Zach Staenberg
Scenografia:
Ronald R. Reiss
Brian Dusting
Musica:
Don Davis
Produzione:
Joel Silver
Produzione Esecutiva:
Bruce Berman
Andrew Mason
Grant Hill
Lilly Wachowski
Lana Wachowski
Casa di Produzione:
Village Roadshow Pictures
Silver Pictures
NPV Entertainment
Budget:
$150 milioni
Botteghino:
$738 milioni
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Redazione

6.5

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Thomas A. Anderson / Neo
Keanu Reeves
Morpheus
Laurence Fishburne
Trinity
Carrie-Anne Moss
Agent Smith
Hugo Weaving
Niobe
Jada Pinkett Smith
Oracle
Gloria Foster
Link
Harold Perrineau
Persephone
Monica Bellucci
Commander Lock
Harry Lennix
The Merovingian
Lambert Wilson
The Keymaker
Randall Duk Kim
Zee
Nona Gaye
Councillor Hamann
Anthony Zerbe
Agent Johnson
Daniel Bernhardt
The Architect
Helmut Bakaitis
Agent Jackson
David Kilde
Agent Thompson
Matt McColm
Seraph
Collin Chou
Twin #1
Neil Rayment
Twin #2
Adrian Rayment

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Neo, convinto della propria missione di Eletto dell'umanità nella guerra alle macchine, fronteggia nuovi avversari nel tentativo di scoprire di più su Matrix.

Recensione:

Che dei tre capitoli che compongono la trilogia di Matrix, scritti e diretti dalle sorelle Lana e Lily Wachowski, solo il primo sia effettivamente un film prossimo alla perfezione, è noto. Quello di cui si discuterà in questa sede, in particolare, è probabilmente il più debole della saga: incapace di eguagliare la grandezza del primo, incomparabile a livello di trama e contenuto a quello successivo di cui costituisce una introduzione, e che è stato girato in contemporanea, è il film in cui diviene evidente un ricorso a budget più ampi. Da un lato, la scelta delle autrici di fare di Matrix Reloaded una lunga sequela di scene d'azione, ben girate ma sterili, potrebbe sembrare una sconfessione dei presupposti che hanno reso grande il primo; d'altra parte, perché la svolta filosofica e narrativa del terzo sia possibile, è necessario un anello debole e sacrificabile. Ruolo che tocca completamente al secondo, il cui massimo momento di interesse, nell'economia dell'universo narrativo, è effettivamente la spiegazione dell'Architetto sulla logica di Matrix.


Ciononostante, preso per quello che è e astratto dalla trilogia, Matrix reloaded resta un film d'azione godibile, non scevro peraltro di un'estetica queer e bizzarra tipica delle Wachowski.


La sceneggiatura ha i suoi migliori momenti nel presentare la lunga sequela di personaggi improbabili e fuori dagli schemi: il gioco ironico delle Wachowski sta nella doppia natura di questi, stringhe matematiche di Matrix, astratte e inumane e, allo stesso tempo, veri e propri individui dall'aspetto e dai nomi estremamente marcati. Su questo mondo, che del cyberpunk prende più l'elemento punk che quello cibernetico, quasi underground, incombe la gelida, e ora più ambivalente, di quel Grande Altro che sono le macchine. Le tante scene d'azione inoltre, quando dichiaratamente ironiche, sono davvero divertenti nella loro demenziale esagerazione: l'espediente che in Matrix tutto sia possibile dà adito a giochi parodistici e transmediali dei vari fumetti e supereroi da videogioco che popolano l'immaginario dei primi anni 2000.

Quando si va a valutare il ritmo narrativo, la tenuta dei dialoghi e la credibilità logica di alcune svolte, tuttavia, emergono i difetti di una scrittura che sembra davvero interessata ad affrettarsi verso il capitolo conclusivo. Le stesse scene d'azione, registicamente quasi impeccabili, finiscono per essere appesantite da barocchismi fini a se stessi. Quando l'ironia e il gioco si esauriscono, il rischio è quello della noia. L'elemento thrilling, che nel primo film contribuiva a immergere lo spettatore nel doppio mondo di Matrix, è qui assente. Lo shock nel vedere la moltiplicazione di Smith, le spaventose macchine sentinelle e i trucchi di Neo è assicurato le prime volte, ma la ripetizione a lungo andare stanca. Nemmeno il finale, malgrado il cliff-hanger, riesce nel proprio di lanciare il capitolo successivo. Il quale, fortunatamente, sa riprendersi in autonomia.

La fretta e le incompletezze di sceneggiatura e regia si riversano in parte sulla fotografia di Bill Pope, decisamente inferiore al primo capitolo, sia sulle interpretazioni. Si ha l'impressione che non sempre i personaggi sappiano con precisione cosa stiano facendo: Carrie-Anne Moss risulta, così, sperduta, è la presenza scenica incontrovertibile di Laurence Fishburne smussata. Migliori le prove di Hugo Weaving e soprattutto Keanu Reeves, che conferma una particolare dimestichezza con le scene d'azione in digitale è un controllo del proprio corpo particolarmente maturo. Altalenanti anche le musiche: Don Davis, nell'accostare sonorità classiche ed elettroniche, non sembra a propri volta avere ben chiara l'idea di dove la narrazione voglia andare a parare.

Molto buoni gli effetti speciali, forse paradossalmente troppo: la cura del visivo effettivamente ha suggerito a molti critici l'idea che questo film fosse solo un pretesto per mostrare la bravura della squadra di Jon Gaeta e della Sony Pictures Imageworks. In realtà, come si è detto prima, Matrix Reloaded è essenzialmente un'esplorazione tutta visiva e poco significativa del mondo virtuale, non autosufficiente ma comprensibile se inserita nella saga. Non è un caso che l'immagine universalmente più nota del personaggio di Neo, quella che lo vede fermare a mezz'aria i proiettili, sia tratta da questo film-corridoio e non dagli altri due. Ultima nota positiva, le scenografie di Owen Paterson (che ha collaborato con le Wachowski, lì solo sceneggiatrici, anche in V per vendetta, 2005): queste ultime, pur risentendo dell'isterismo complessivo del film, riescono ad essere efficaci nella varietà e in linea con l'universo descritto.

Le macchine, viene rivelato nei film, hanno bisogno di autoregolarsi generando deviazioni di sistema: è quello che capita, in un certo senso, anche a questo capitolo della saga che tuttavia, per quanto lontano dalla riuscita completa, è stato negli anni forse troppo vittima del paragone con il capostipite, inarrivabile per inventiva e convivenza di grande intrattenimento e filosofia.

A cura di Michele Piatti.
Pubblicato il 5 dicembre 2020.

Pro:

  • Effetti visivi e speciali molto curati e spettacolari.
  • Percepibile, in alcune situazioni, l'ironia narrativa, delle sorelle Wachowski.
  • Buona prova di Reeves nelle scene d'azione.

Contro:

  • Sceneggiatura compressa fra il primo capitolo è il terzo, di cui è una introduzione.
  • Situazioni e svolte spesso non giustificate, contro cui pesa la sovrabbondanza di scene d'azione.
  • Incertezza frettolosa nella cura estetica di certi comparti.

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