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Alex Garland

Men | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Men
Titolo Originale:
Men
Regia:
Alex Garland
Uscita:
24 agosto 2022
(prima: 20/05/2022)
Lingua Originale:
en
Durata:
100 minuti
Genere:
Horror
Thriller
Fantasy
Soggetto:
Sceneggiatura:
Alex Garland
Fotografia:
Rob Hardy
Montaggio:
Jake Roberts
Scenografia:
Musica:
Geoff Barrow
Ben Salisbury
Produzione:
Andrew Macdonald
Allon Reich
Produzione Esecutiva:
Casa di Produzione:
DNA Films
A24
Budget:
$0
Botteghino:
$7 milioni
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Redazione

7.5

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Harper
Jessie Buckley
Geoffrey
Rory Kinnear
James
Paapa Essiedu
Riley
Gayle Rankin
Police Officer Frieda
Sarah Twomey
Samuel
Zak Rothera-Oxley
Police Operator (voice)
Sonoya Mizuno

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Dopo un avvenimento sconvolgente, Harper decide di passare qualche giorno in un cottage di campagna ma si troverà ad affrontare un vero incubo, tra dolorose memorie e inquietanti persecuzioni.

Recensione:

Alex Garland porta in scena un’opera che naviga tra il folk, l’horror e il surreale. Torna torna a trattare il tema dell'ossessione con un film tanto vicino ad Antichrist (Lars von Trier, 2009) quanto ai suoi precedenti lavori, lasciando però qui l'ossessione per la conoscenza (Devs, 2020, miniserie) e per la coscienza (Ex Machina, 2015), focalizzandosi invece su quella dovuta ad un trauma. Si riconosce il tocco della casa di produzione A24, nella scelta di immagini e atmosfere ricche di mistero, esoterismo e significato.


Uomini che si somigliano, inquietanti, spietati, violenti. Una donna che si difende e li affronta fino alla fine. Molte sono le metafore, i simbolismi, le allegorie, a partire dalla cultura pagana fino ad arrivare all’attuale dibattito femminista.


Con la sua regia tagliente e dal sapore kubrikiano, Garland racconta la storia dal punto di vista di Harper, una donna vittima di un rapporto malsano in cui viene manipolata psicologicamente dal marito. Violenza verbale e anche fisica, ricatti morali, provocazioni: ogni uomo che affronta è lo specchio del prossimo che arriverà, ognuno a suo modo sprezzante e spietato.

Un incubo che cresce con tensione e ambiguità sopratutto nella seconda parte del film, dove maschilismo e angoscia arrivano al loro culmine. Impressionante e particolarmente disturbante è la scena del parto: ogni uomo partorisce a sua volta un altro, così a sottolineare la loro perpetua aggressività, ottusità e misoginia. Una critica al modello di mascolinità tossica che ancora perdura e si tramanda nella società odierna.

Esteticamente affascinante, Men è una pellicola con un’ottima fotografia, in particolare nelle esterne al naturale, con le riprese nel bosco e nei giochi di luce e buio. Scenografie e ambientazioni sono perfettamente coerenti e trasmettono quel senso di apparente tranquillità che cela il grottesco.

Suoni e musiche si mescolano sapientemente e ricreano le stesse sensazioni disturbanti che si trova a vivere la protagonista. Da brividi la scena della galleria, in cui Harprer ricrea dei vocalizzi tramite l’eco, che diventeranno una delle melodie principali. Un sonoro, quindi, che sperimenta l’uso del surround in modo egregio.

I due attori principali hanno volti e caratteri interessanti: Jessie Buckley (Sto pensando di finirla qui, 2020) si incarna totalmente in una donna moderna che subisce e poi affronta i traumi, con espressioni e reazioni dense di realismo; Rory Kinnear si modella su personaggi diversi, restituendo a pieno ogni comportamento e sguardo viscido.

Men è un film impegnativo che lascia il segno. Molte domande sorgono dopo la sua visione: mette in scena paure, incubi che diventano realtà, con un finale che può creare perplessità. È senza subbio un’opera che merita di essere vista, con il rischio di non essere compresa fino in fondo perché vuole mettere in crisi e lasciare gli spettatori non indifferenti.

A cura di Giulia Belvedere.
Pubblicato il 1 settembre 2022.

Pro:

  • Sperimentale e sapiente utilizzo della spazializzazione sonora.
  • Esteticamente molto apprezzabile, una regia "Kubrikiana" ed una fotografia naturalista.
  • Tematica femminista profonda e mai banale.

Contro:

  • Struttura narrativa che talvolta risulta incoerente con le figure allegoriche rappresentate.

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