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Kornél Mundruczó

Pieces of a Woman | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Pieces of a Woman
Titolo Originale:
Pieces of a Woman
Regia:
Kornél Mundruczó
Uscita:
5 settembre 2020
(prima: 30/12/2020)
Lingua Originale:
en
Durata:
115 minuti
Genere:
Dramma
Soggetto:
Sceneggiatura:
Kata Wéber
Fotografia:
Benjamin Loeb
Montaggio:
Dávid Jancsó
Scenografia:
Frédérique B. Ste-Marie
Musica:
Howard Shore
Produzione:
Aaron Ryder
Kevin Turen
Ashley Levinson
Produzione Esecutiva:
Martin Scorsese
Sam Levinson
Viktória Petrányi
Aaron L. Gilbert
Jason Cloth
Stuart Manashil
Steven Thibault
Richard McConnell
Suraj Maraboyina
Casa di Produzione:
Bron Studios
Little Lamb Productions
Creative Wealth Media Finance
Proton Cinema
Sikelia Productions
Post Office Films
Budget:
$0
Botteghino:
$0
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Redazione

6.5

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Martha Weiss
Vanessa Kirby
Sean Carson
Shia LaBeouf
Elizabeth Weiss
Ellen Burstyn
Suzanne Weiss
Sarah Snook
Anita Weiss
Iliza Shlesinger
Chris
Benny Safdie
Eva Woodward
Molly Parker
Photographer
Steven McCarthy
Judge
Tyrone Benskin
Lane
Frank Schorpion
Count Clerk
Harry Standjofski
Medical Examiner
Domenic Di Rosa
Max
Jimmie Fails
Little Girl
Juliette Casagrande
Judith
Gayle Garfinkle
Linda
Vanessa Smythe
Peter
Nick Walker
Robert
Sean Tucker
Tomb Maker
Alain Dahan
Institute Official
Joelle Jérémie

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

La vita di Martha e Sean è distrutta quando la figlia della coppia muore dopo pochi minuti dalla nascita.

Recensione:

Ispirato alla simile esperienza vissuta dalla sceneggiatrice Kata Wéber e dall'allora ex marito Kornél Mundruczó (White God – Sinfonia per Hagen, 2014; Una luna chiamata Europa, 2017), regista del film, Pieces of a Woman si propone come una pellicola intima e personale: Mundruczó cerca di catturare lo spettatore nella vicenda dei due protagonisti usando inizialmente un piano sequenza virtuoso ed efficace, che è però l'unico momento davvero notevole dell'intera opera.


La sceneggiatura, nonostante la scansione a blocchi temporali, si appiattisce progressivamente e non riesce a raggiungere la frammentarietà evocata dal titolo.


La narrazione, di conseguenza, dopo un incipit molto interessante perde incisività e coerenza tematica, fino a smarrirsi in un finale semplicistico e retorico che, ricorrendo alla melensa metafora del rigermogliare delle mele, banalizza la drammaticità della semantica.

Il lato più interessante del film è sicuramente la regia, tendenzialmente composta da eleganti e talvolta virtuosi piani sequenza – quello che riprende il parto è sicuramente il più ammirevole ma non è l'unico; la fotografia è a sua volta esteticamente curata e riesce a esternare adeguatamente il difficile umore della protagonista. L'altro punto di forza dell'opera è la quasi unanimemente lodata interpretazione di Vanessa Kirby, candidata agli Academy Awards e ai Golden Globe come miglior attrice protagonista. Shia LeBeouf, nonostante risulti convincente nelle parti più autobiografiche del suo ruolo, non è al pari della controparte femminile, così come, inaspettatamente, una Ellen Burstyn decisamente sottotono; le prove di Sarah Snook e Molly Parker sono invece molto buone. Le musiche, nonostante rispettino le giuste tempistiche e siano coerenti con la semantica del film, rafforzano l'atmosfera retorica e sentimentale che pervade l'intera seconda parte della pellicola.

Pieces of a Woman è in generale un'opera che, partendo da un soggetto originale e potenzialmente molto incisivo, cerca di inserirsi nel filone del nuovo dramma relazionale portato in auge da film come Manchester by the Sea (Kenneth Lonergan, 2016) e Storia di un matrimonio (Noah Baumbach, 2019), avvalendosi anche di virtuosismi tecnici come il popolarissimo piano sequenza (si pensi a 1917, Sam Mendes, 2019, o ai meno recenti Victoria, Sebastian Schipper, 2015, e Birdman, Alejandro Iñárritu, 2014), ma che, da un punto di vista sia tecnico sia contenutistico, non riesce a reggere il confronto con le pellicole sopra citate.

A cura di Lucia Ferrario.
Pubblicato il 5 aprile 2021.

Pro:

  • Incipit virtuoso ed efficace.
  • Interpretazione di Vanessa Kirby.
  • Comparto tecnico buono o comunque soddisfacente.

Contro:

  • Sceneggiatura estremamente calante nella seconda parte.
  • Finale banale e melenso.
  • Cast secondario non sempre convincente.

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