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Melina Matsoukas

Queen & Slim | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Queen & Slim
Titolo Originale:
Queen & Slim
Regia:
Melina Matsoukas
Uscita:
5 marzo 2020
(prima: 27/11/2019)
Lingua Originale:
en
Durata:
131 minuti
Genere:
Dramma
Romance
Crime
Soggetto:
James Frey
Lena Waithe
Sceneggiatura:
Lena Waithe
Fotografia:
Tat Radcliffe
Montaggio:
Pete Beaudreau
Scenografia:
Ryan Watson
Musica:
Devonté Hynes
Produzione:
Pamela Abdy
James Frey
Lena Waithe
Michelle Knudsen
Melina Matsoukas
Andrew Coles
Produzione Esecutiva:
Pamela Hirsch
Aaron L. Gilbert
Jason Cloth
Casa di Produzione:
Hillman Grad Productions
De La Revolución Films
3BlackDot
Creative Wealth Media Finance
Entertainment One
Makeready
Bron Studios
Budget:
$20 milioni
Botteghino:
$47 milioni
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Redazione

5+

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Slim
Daniel Kaluuya
Queen
Jodie Turner-Smith
Uncle Earl
Bokeem Woodbine
Mrs. Shepherd
Chloë Sevigny
Mr. Shepherd
Flea
Police Officer Reed
Sturgill Simpson
Goddess
Indya Moore
Sheriff Edgar
Benito Martinez
Junior
Jahi Di'Allo Winston
Older Black Man
Gralen Bryant Banks
Large Black Man
Dickson Obahor
Chubby
Bryant Tardy
Slim's Father
Thom Gossom Jr.
Naomi
Melanie Halfkenny
Swat Leader
Brian Thornton
Cashier
Joseph Poliquin
Bartender
Karen Kaia Livers
Black Man
Bertrand E. Boyd II
Black Cop at Protest
Lucky Johnson
Cop
Reynolds Washam

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Due afroamericani uccidono un poliziotto per legittima difesa. Temendo l'ingiustizia del processo, si danno alla fuga.

Recensione:

Esordio alla regia per Melina Matsoukas, che cavalcando l'onda di Green Book (2018) dedica il suo primo lungometraggio alla difficile situazione sociale degli USA, in cui non sono rari episodi di razzismo di poliziotti bianchi ai danni della popolazione afroamericana.


Il vero problema del film è però quello di aver portato la tematica razziale alla saturazione, riempiendola di elementi moralistici e convenzionali che non consentono al film di distinguersi dall'intricata massa di lungometraggi incentrati sull'argomento.


Come già detto in precedenza, Queen & Slim ricalca piuttosto esplicitamente il film premio Oscar del 2019, di cui ripropone ai limiti del plagio alcune scene: su tutte, quella dei due viaggiatori che a bordo di un'auto turchese guardano dal finestrino contadini di colore lavorare duramente nei campi. Il messaggio è chiaro: dimostrare che i razzisti Stati Uniti degli anni ‘60 non sono poi così distanti da quelli odierni; molte cose saranno pure cambiate, ma i problemi di fondo restano i medesimi. La differenza però, risiede nel fatto che mentre Green Book, oltre ad avere un comparto tecnico notevolmente superiore, riesce a presentare spunti di riflessione mediante una sceneggiatura più leggera e ragionata, in grado di sviluppare l'introspezione psicologica dei due protagonisti, il film in questione risulta pesantemente melodrammatico e tecnicamente molto meno curato. Con l'aggravante di essere uscito un anno dopo.

In altri termini, una storia già vista, di un livello tecnico e sostanziale inferiore. I dialoghi sono banali, i cicli narrativi estremamente ripetitivi, ogni nuova dinamica è uguale alla precedente, fino al finale mellifluo e ampiamente prevedibile. I personaggi risultano estremamente piatti e stereotipati: i bianchi tutti cattivi, i neri tutti buoni, con un'eccezione per parte utile solo a confermare la regola. I protagonisti poi, terminano il loro viaggio senza nessuna crescita emotiva, né alcun cambiamento psicologico; l'unica cosa che muta è la loro situazione sentimentale. Troppo poco.

Dal punto di vista tecnico le cose non migliorano. Il montaggio e la regia sono disastrosi, soprattutto nella seconda parte del film, connotata da passaggi di scena molte volte incongruenti. La fotografia, inoltre, risulta troppo patinata, presentando scene eccessivamente illuminate. Anche la scelta delle musiche non convince, visto l'inconsulto accostamento tra hip-hop e R&B; celebrare la cultura black tramite musica jazz o blues, forse sarebbe stato maggiormente coerente con la semantica della pellicola.

A salvarsi sono solo una scenografia adeguata alle vicende narrate (il cambiamento di paesaggio da uno Stato all'altro risulta immediatamente riconoscibile) e l'interpretazione della coppia Daniel Kaluuya – Jodie Turner-Smith. Il primo conferma il suo talento già mostrato in Scappa – Get Out (2017) e Widows – Eredità Criminale (2018), mentre la seconda (appena intravista in The Neon Demon (2016) debutta bene come attrice protagonista. Ciò nonostante, questo non basta a salvare il film dalle numerose problematiche riscontrate.

A cura di Mattia Liberatore.
Pubblicato il 9 marzo 2020.

Pro:

  • Scenografia coerente con le vicende narrate.
  • Interpretazione della coppia Daniel Kaluuya – Jodie Turner-Smith.

Contro:

  • Sceneggiatura banale e ripetitiva.
  • Montaggio e regia tecnicamente insufficienti.
  • Scelta musicale incongruente e proposta inadeguatamente.

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