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Radu Jude

Sesso sfortunato o follie porno | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di Sesso sfortunato o follie porno
Titolo Originale:
Babardeala cu bucluc sau porno balamuc
Regia:
Radu Jude
Uscita:
29 aprile 2021
(prima: 29/04/2021)
Lingua Originale:
ro
Durata:
106 minuti
Genere:
Commedia
Soggetto:
Sceneggiatura:
Radu Jude
Fotografia:
Marius Panduru
Montaggio:
Catalin Cristutiu
Scenografia:
Musica:
Produzione:
Ada Solomon
Produzione Esecutiva:
Carla Fotea
Casa di Produzione:
Paul Thiltges Distributions
Endorfilm
Kinorama
Bord Cadre Films
Sovereign Films
Aqua Carpatica
ArteKino International
Covalact
Hrvatski Audiovizualni Centar
Czech Film Fund
Film Fund Luxemburg
microFILM
Budget:
$0
Botteghino:
$0
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Redazione

8

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Emilia Cilibiu
Katia Pascariu
Headmistress
Claudia Ieremia
Mrs. Lucia
Olimpia Mălai
Lt. Gheorghescu
Nicodim Ungureanu
Marius Buzdrugovici
Alexandru Potocean
Mr. Otopeanu
Andi Vasluianu
Blonde Nudist Parent
Oana Maria Zaharia
Priest Parent
Gabriel Spahiu
Axinte - A Parent
Florin Petrescu
Eugen Cilibiu
Ştefan Steel
David Bejgui
Parent with Money
Alexandru Bogdan
Selfie Fanatic
Kristina Cepraga
Grandmother
Ana Ciontea
Ion Dichiseanu
Ion Dichiseanu
Cristina Draghici
Paula Dunker
Paul Dunca
Parent
Adrian Enache
Parent
Luminița Erga
Obsessed Parent
Tudorel Filimon

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

In seguito alla diffusione di un filmato pornografico privato, un'insegnante si trova costretta ad affrontare l'ipocrisia della società in cui vive.

Recensione:

Sesso sfortunato o follie porno, vincitore dell'Orso d'oro per il miglior film a Festival di Berlino 2021, è una pellicola decisamente atipica e sperimentale, scritta e diretta dal romeno Radu Jude (Aferim!, 2015; Inimi cicatrizate, 2016).


Si tratta di un'opera eterogenea, che tramite un uso intelligente e satirico dei titoli manifesta una divisione in tre parti tra loro molto diverse.


La prima parte, che mostrando una scena apertamente pornografica pone interessanti domande sul limite del rappresentabile nel cinema non di genere, si apre con il rapporto sessuale registrato privatamente ma reso successivamente pubblico che costituisce il “motore” dell'intera vicenda. La destabilizzazione dello spettatore, che in primo momento non può evitare di chiedersi se per caso non sia finito nella sala sbagliata, è rafforzata da un improvviso cambio radicale di set: citando il celebre incipit di Mrs Dalloway, il film vero e proprio, interamente ambientato nel corso di una giornata, segue la protagonista, una sobria insegnante difficilmente identificabile con la donna del filmato porno appena visto, che dopo aver comprato dei fiori cammina in una Bucarest mostrata con un realismo quasi documentaristico.

Sottile ma notevole l'uso della camera, che si eclissa quando segue l'attrice ma fa sentire la propria presenza quando inquadra i passanti, che guardano perplessi in macchina e in qualche caso improvvisano addirittura delle mosse per attirare l'attenzione dell'operatore: il tema del film, già evocato dal titolo, è infatti il radicale cambiamento di percezione e giudizio di uno stesso atto a seconda che tale atto sia privato o pubblico, e la messa in scena della differente reazione alla macchina da presa, tramite l'inserimento di un uso documentaristico della macchina da presa stessa in un film di fiction, collabora quindi alla semantica di fondo.

La seconda parte, di stampo questa volta apertamente documentaristico, per quanto efficace nel ricorso a una satira arguta e feroce per denunciare i pericoli di un conservatorismo oltranzista sempre più diffuso nella società contemporanea, rischia di rendere eccessiva la voluta eterogeneità della pellicola e di inficiare la compattezza narrativa dell'opera, rendendola inutilmente didascalica.

La terza parte, che si ricollega narrativamente alla prima ricorrendo però a un riuscitissimo approccio tragicomico, con una parodia di Wonder Woman (supereroina recentemente riproposta da Patty Jenkins in Wonder Woman, 2017, e nel sequel Wonder Woman 1984, 2020) che denuncia l'ipocrisia sia del femminismo “mainstream” sia di una società per cui un certo tipo di sessualità diventa oltraggioso solo in virtù del cambiamento di statuto da privato a pubblico, chiude la pellicola in modo di nuovo destabilizzante ma davvero efficace e coerente.

A cura di Lucia Ferrario.
Pubblicato il 6 giugno 2021.

Pro:

  • Tema interessante e attuale

Contro:

  • Eterogeneità e satira talvolta eccessive, in particolare nella seconda parte

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