Basato sul processo ad Arne Johnson del 1981, The Conjuring- Per ordine del diavolo ripercorre le indagini di Ed e Lorraine Warren su un efferato omicidio che sembra nascondere inquietanti verità.
Basato sul processo ad Arne Johnson del 1981, The Conjuring- Per ordine del diavolo ripercorre le indagini di Ed e Lorraine Warren su un efferato omicidio che sembra nascondere inquietanti verità.
Dopo cinque anni dal secondo capitolo della saga, The Conjuring - Il caso Enfield, l'universo demoniaco dei coniugi Warren torna al cinema, questa volta senza James Wan, creatore e regista di innumerevoli saghe horror, tra cui la stessa The Conjuring (2013 - 2016) e il più datato Saw (2004 - 2021). La regia è affidata dallo stesso Wan a Micheal Chaves, già presente nell'universo horririfico di Wan, grazie al suo lavoro registico su La Llorona - Le lacrime del male (2019).
Il timore principale dovuto all'allontanamento del "padre" della saga era quello che venisse meno la natura di The Conjuring, cioè il confezionamento di un film horror che si allontanasse dalle produzioni low budget di serie B, con un cast performante e tecnicismi buoni ma che comunque fosse facilmente apprezzabile dal grande pubblico. Dopo Il Caso Einfield, che riprendeva lo schema già visto nel primo capitolo della possessione demoniaca e della famiglia vittima del terribile demone, vi era di certo la necessità di portare un cambiamento all'interno della narrazione. Questo capitolo cerca di distaccarsi dal clichè demoniaco e cerca di avvicinarsi a una realtà diversa: lascia da parte demoni e ragazzine innocenti e si avvicina alle maledizioni e ai satanisti.
Tentennando qualche sorta di novità, tra cui la sotto trama del processo (potenzialmente interessante ma completamente lasciata al caso) e la spasmodica volontà di inserire altri fattori "reali", come le indagini sull'omicidio - suicidio delle due ragazzine, non hanno fatto altro che allungare terribilmente la pellicola e creare confusione e dissesto sulla linea temporale delle vicende; complice di questa confusione anche un montaggio approssimativo, con stacchi veloci e sequenze sconnesse e una regia che non regge il confronto con quella del suo predecessore.
La bellissima storia d'amore tra Ed e Lorraine (per quanto romanzata), si connotava bene all'interno dei film della saga, genuina, sincera e mai forzata, complice anche la chimica tra i due attori, Patrick Wilson (Il fantasma dell'opera, 2004; Insidious, 2010) e Vera Farmiga (The Departed, 2006; Il bambino con il pigiama a righe, 2008). La sceneggiatura debole, in cui il fulcro della vicenda (i totem che invocano i demoni) non ha una spiegazione e in cui l'antagonista non ha un movente, rende forzata e ripetitiva anche la storyline amorosa tra i coniugi Warren, riprendendo per altro la forse morte, forse vita di Ed, sotto trama già presente nel capitolo precedente.
L'ambientazione e le scenografie rendono l'epoca d'ambientazione, anche le musiche si sposano bene con le vicende (tanto da rendere insopportabile Call Me dei Blondie). Lo stesso discorso però non regge per la fotografia e la color correction, senza aver imparato nulla da Midsommar (2019) che ci aveva terrificato anche con la luce perenne del sole, l'eccessivo uso di colori cupi e, al contrario, il poverissimo uso di illuminazione hanno talvolta reso le scene difficili da inquadrare a livello visivo.
Se un film dell'orrore non è in grado di spaventare o per lo meno suggestionare o stupire il pubblico, al di là di scompartimenti tecnici e virtuosismi, non si può definire totalmente riuscito.
Su questa base si articola quindi un altro limite di The Conjuring - Per ordine del diavolo, malgrado una buona costruzione di atmosfere (la cripta, il bosco, l'inquietante strega) e tensioni, il fattore dell'horror si esaurisce facilmente e velocemente in qualche jump scare, piuttosto scontati e già visti.
In un periodo in cui siamo stati abituati a grandi film horror, se vogliamo così definirli, d'autore, come Hereditary (2018), il già citato Midsommar o Noi (2019), questo capitolo è destinato a entrare ben presto nel dimenticatoio, per magari poi spolverarlo in qualche serata di Halloween.
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