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Florian Zeller

The Father - Nulla è come sembra | Recensione | Unpolitical Reviews

Scheda:

poster di The Father - Nulla è come sembra
Titolo Originale:
The Father
Regia:
Florian Zeller
Uscita:
20 maggio 2021
(prima: 23/12/2020)
Lingua Originale:
en
Durata:
97 minuti
Genere:
Dramma
Soggetto:
Sceneggiatura:
Christopher Hampton
Florian Zeller
Fotografia:
Ben Smithard
Montaggio:
Yorgos Lamprinos
Scenografia:
Cathy Featherstone
Musica:
Ludovico Einaudi
Produzione:
David Parfitt
Philippe Carcassonne
Jean-Louis Livi
Christophe Spadone
Simon Friend
Produzione Esecutiva:
Ollie Madden
Tim Haslam
Hugo Grumbar
Daniel Battsek
Lauren Dark
Paul Grindey
Casa di Produzione:
Trademark Films
F Comme Film
Ciné[email protected]
Embankment Films
Film4 Productions
Canal+
Ciné+
Orange Studio
Les Films du Cru
AG Studios NYC
Simon Friend Entertainment
Viewfinder
CAA Media Finance
Sony Pictures Classics
Budget:
$6 milioni
Botteghino:
$21 milioni
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Redazione

8.5

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Anthony
Anthony Hopkins
Anne
Olivia Colman
The Man
Mark Gatiss
The Woman
Olivia Williams
Laura
Imogen Poots
Paul
Rufus Sewell
Dr. Sarai
Ayesha Dharker
Boy
Roman Zeller
Lucy (uncredited)
Evie Wray
Hospital Visitor (uncredited)
Brian Rodger
Teen (uncredited)
Romulus Stoicescu

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Adattamento cinematografico dell'omonima pièce teatrale, The Father segue le vicende di Anthony, malato di demenza senile.

Recensione:

The Father è, prima di tutto, un'immersione nella terribile malattia del protagonista, la demenza senile, che non si limita però solo al malato stesso. Il rapporto con le figlie, la sensazione di colpa e di tristezza di cui Anne non sembra riuscire a liberarsi, il deterioramento mentale che porta confusione non solo alla famiglia, ma anche allo spettatore, che difficilmente riesce a uscire dalla dimensione narrativa ed emotiva della pellicola.

Proprio come il naturale procedere della malattia, la confusione viene introdotta prima a piccole dosi, poi in modo sempre più disorientante e affliggente; il punto di forza della sceneggiatura, però, è proprio riuscire a rendere capibile la narrazione, malgrado il susseguirsi labirintico di personaggi, parole e sequenze.

In questi complessi intrecci mentali e rappresentativi, la regia di Florian Zeller si mantiene pulita e semplice; anche se a tratti potrebbe risultare eccessivamente piatta, rispecchia bene la dimensione teatrale nella quale l'opera è nata, come se stessimo assistendo a una scena sul palco e non dietro a una macchina da presa.

Anthony Hopkins, con la sua mastodontica interpretazione, rende la visione talmente intensa che i tempi della pellicola vengono percepiti dallo spettatore in modo ancora più dilatato.


Come alberi che perdono le foglie, Hopkins abbandona man mano la sanità mentale fino a esplodere nella scena finale in cui la malattia sembra per qualche minuto andarsene, spogliandolo di ogni dignità, ci fa vedere quel che resta di quest'uomo malato: un bambino spaventato che non riesce più a riconoscere il mondo in cui vive.


La performance di Olivia Colman tiene testa alle capacità di Hopkins, riuscendo a interpretare il lutto più difficile di tutti: la morte di una persona che è ancora in vita.

L'immedesimazione dello spettatore nella malattia dell'uomo è riuscita anche grazie a due espedienti: in primis, la scelta di far effettivamente vedere attori diversi nello stesso ruolo e la scelta di svolgere l'intera narrazione in spazi chiusi, l'appartamento, lo studio della dottoressa, la casa di riposo.

Spazi chiusi in cui Anthony non riesce a orientarsi, non riesce a guarire, a riconoscere e nemmeno a superare nuovamente il lutto della figlia.

Una prigione, un labirinto al quale è costretto a vagare fino alla fine dei suoi giorni. Significativa è proprio l'inquadratura finale dell'albero, una scena all'aria aperta, che perfettamente conclude la narrazione.

A cura di Linda Giulio.
Pubblicato il 1 giugno 2021.

Pro:

  • Brillante sceneggiatura.
  • Interpretazione di Hopkins e della Colman.
  • Forte coinvolgimento emotivo.

Contro:

  • Regia di Zeller che potrebbe risultare troppo semplice.

Commenti:


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