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Paloma Baeza, Niki Lindroth von Bahr, Emma De Swaef, Marc James Roels

The House | Recensione | Unpolitical Reviews

Trailer non disponibile

Scheda:

poster di The House
Titolo Originale:
The House
Regia:
Paloma Baeza
Niki Lindroth von Bahr
Emma De Swaef
Marc James Roels
Uscita:
14 gennaio 2022
(prima: 14/01/2022)
Lingua Originale:
en
Durata:
97 minuti
Genere:
Animazione
Dramma
Commedia
Horror
Fantasy
Soggetto:
Paloma Baeza
Niki Lindroth von Bahr
Johannes Nyholm
Emma De Swaef
Marc James Roels
Sceneggiatura:
Enda Walsh
Fotografia:
James Lewis
Malcolm Hadley
Montaggio:
Barney Pilling
Scenografia:
Musica:
Gustavo Santaolalla
Produzione:
Christopher O'Reilly
Charlotte Bavasso
Produzione Esecutiva:
Paloma Baeza
Enda Walsh
Niki Lindroth von Bahr
Emma De Swaef
Marc James Roels
Diego Rosner
Casa di Produzione:
Nexus Studios
Budget:
$0
Botteghino:
$0
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Redazione

7

Pubblico

Redazione
Pubblico

Cast:

Mabel (voice)
Mia Goth
Raymond (voice)
Matthew Goode
Penelope (voice)
Claudie Blakley
Isobel (voice)
Eleanor De Swaef-Roels
Mr. Thomas (voice)
Mark Heap
Great Aunt Eleanor (voice)
Stephanie Cole
Aunt Clarice (voice)
Miranda Richardson
Uncle Lucien (voice)
David Peacock
Van Schoonbeek (voice)
Barnaby Pilling
Developer (voice)
Jarvis Cocker
Odd Couple (voice)
Sven Wollter
Odd Couple (voice)
Yvonne Lombard
Police Officer #1 (voice)
Tommy Hibbitts
Police Officer #2 (voice)
Ayesha Antoine
Visitors & Relatives (voice)
Jason Barnett
Visitors & Relatives (voice)
Wayne Forester
Visitors & Relatives (voice)
Poppy Gathard
Visitors & Relatives (voice)
David Holt
Visitors & Relatives (voice)
Melanie Hudson
Visitors & Relatives (voice)
Emma Tate

Trama:

Anticipazione

Trama Completa

Attorno ad una casa dalle proprietà misteriose ruotano tre differenti storie, ambientate in epoche diverse e accomunate da surrealismo e follia.

Recensione:

Bizzarra creatura Netflix di produzione britannica, diventata un piccolo caso grazie soprattutto al passaparola, The House è un trittico surreale il cui tema piuttosto esplicito è la follia cui conduce l'eccessivo materialismo. I tre capitoli hanno in comune lo scenario della casa eponima, in grado di mutare aspetto nel corso dei secoli, e si rifanno ai maestri dell'animazione in stop-motion per giovani adulti quali Tim Burton (La sposa cadavere, 2005) e Wes Anderson (Fantastic Mr. Fox, 2009; L'isola dei cani, 2018). Nel corso del film, l'atmosfera kafkiana cede sempre più il passo alla distopia domestica, per sfociare infine nella distopia apocalittica vera e propria nell'episodio paradossalmente meno inquieto. I primi due episodi, infatti, vedono i protagonisti rimanere prigionieri dell'abitazione, la quale esercita su di loro un'attrazione tanto criptica quanto deleteria: che siano trasformati in oggetti di arredamento o ricondotti allo status di insetti parassiti, i personaggi subiscono il destino comune di perdere la propria umanità. Il terzo sancisce invece una sorta di liberazione catartica dalla necessità del profitto e dalla fissità ben incarnata dalle fondamenta dell'abitazione: non a caso, tuttavia, è proprio quest'ultima a trasformarsi nell'arca in grado di salvare i protagonisti.

Al di là degli intenti, la sceneggiatura di Enda Walsh presenta alcune difficoltà. Non sempre risulta ben evidenziata la connessione fra i tre capitoli, perdendo in continuità. Gli stessi capitoli presentano notevoli differenze di qualità, difetto comune ad altri prodotti antologici seriali di Netflix: il primo, nel suo rifarsi ad atmosfere più prossime all'horror, appare talvolta sbrigativo nelle spiegazioni e poco chiaro nel focus; il secondo, più esplicitamente comico, è una discreta discesa negli abissi dell'alienazione condita di personaggi e situazioni improbabili; il terzo, più lirico, risulta davvero troppo distinto dai precedenti.

Anche la regia a otto mani, affidata rispettivamente a Emma de Swaef e Marc James Roels per il primo capitolo, Niki Lindroth von Bahr per quello intermedio e Paloma Baeza per l'ultimo, risente di questo continuo bilanciamento fra variazione e continuità:


toni e colori sono diversi ma non abbastanza distintivi, e allo stesso non abbastanza continui, da creare un intero mosaico come prevederebbe l'idea di partenza del film.


In più punti, inoltre, le scelte di camera sono troppo sconnesse fra di loro: indicativo è il passaggio dalla fissità del primo capitolo ai repentini movimenti di visuale del secondo. L'impressione finale che si ha una volta conclusa la visione è di essere rimasti alla superficie dei numerosi e interessanti spunti di riflessione messi in campo: l'umorismo nero, così come la sensazione di inquietudine e il surrealismo, si intravedono senza raggiungere mai punti apicali. Il risultato è superiore al mero esercizio di stile ma inferiore alle aspettative.

Un lavoro migliore viene fatto sul lato delle animazioni in stop-motion, di cui si riscontra il grande lavoro di cura del dettaglio di Nexus Studios e Netflix Animation e il cui momento di massima originalità e riuscita si ha senza dubbio nella prima storia, i cui protagonisti umani ricordano le bambole antropomorfe di Coraline e la porta magica (2009) di Henry Selick. Sempre a proposito di continuità del prodotto finale, è da notare il significativo abbassamento di qualità dell'animazione nell'ultimo episodio, dove la tecnica prescelta sembra essere abbandonata nella resa di alcuni elementi (quali l'acqua). Notevole, e stavolta in grado allo stesso tempo di essere varia e creare un collante fra i differenti passaggi, è invece la colonna sonora di Juan Luqui e Gustavo Santaolalla, premio Oscar per I Segreti di Brokeback Mountain nel 2006 e di Babel nel 2007.

Fra i doppiatori, per quanto non vi siano dialoghi particolarmente significativi ai fini della riuscita del film, risaltano Helena Bonham Carter e la bizzarra presenza dell'ex-frontman dei Pulp Jarvis Cocker. The House si configura, in definitiva, come un tentativo di Netflix di proporre al pubblico una creatura colta, sperimentale e autoriale utilizzando soluzioni alternative sia per l'animazione che per lo storytelling: il risultato, riuscito solo in parte, evidenzia però una direzione interessante nella volontà del colosso dello streaming di innovare e diversificare il proprio catalogo.

A cura di Michele Piatti.
Pubblicato il 29 gennaio 2022.

Pro:

  • Interessante tentativo di analizzare la follia del materialismo attraverso la tematica della casa e la tecnica dello stop motion.
  • Effettiva riuscita di toni e animazioni nei dettagli.
  • Ottima colonna sonora, varia e allo stesso tempo continua.

Contro:

  • Eccessiva discontinuità nello storytelling e nello sviluppo delle tematiche.
  • Repentini cambiamenti nella qualità della regia e di alcune scelte grafiche.

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