Tyler, un giovane esperto di cucina, porta Margot, la sua nuova fidanzata, in un ristorante esclusivo su un'isola misteriosa.
Tyler, un giovane esperto di cucina, porta Margot, la sua nuova fidanzata, in un ristorante esclusivo su un'isola misteriosa.
Dopo una pausa di circa undici anni dal mondo del cinema e una carriera pressochè televisiva, tra cui spiccano lavori come Il Trono di Spade (2015 - 2017) e Succession (2018 - in corso), Mark Mylod torna sul grande schermo con The Menu.
Iniziata oramai qualche anno fa, la rinascita del genere horror ci ha regalato un'evoluzione dello stile e della narrativa, in cui grandissimi titoli come Hereditary - Le Radici del Male (Ari Aster, 2018) o Get Out (Jordan Peele, 2017) si sono imposti come un genere quasi totalmente rinnovato, cercando un antico splendore, tipico della corrente autoriale (come anche erano stati, per esempio, gli anni d'oro di Dario Argento). The Menù quindi si inserisce su un mercato di genere oramai ben preciso e delineato, in cui i B movies sono oramai un ricordo per lo più lontano.
Il soggetto alla base della pellicola promette un passo a due tra horror e black humor, un menu meta-cinematografico in cui però le pietanze risultano insipide.
Lo svolgimento infatti si perde, sul piano della sceneggiatura, su alcune forzature nello sviluppo, tanto nei personaggi, quanto nelle vicende e anche la dialettica al di sotto della struttura risulta a tratti eccessivamente artefatta.
Il significato, non così tanto metaforico, alla base di The Menu risulta già vecchio, seppur mostrando niente più, niente meno, di un ritratto pretenzioso della società e di quelle persone che si presuppongono al di sopra di essa.
Una cultura del lavoro deviante, che rende automi senza gusto e con l'incapacità esistenziale di emozionarsi.
Anche sul piano visivo, il risultato si alterna dal mediocre al buono. La regia di Mylod, seppur curata e attenta, spesso risulta vanagloriosa: un piatto perfettamente impiattato ma dal sapore pressochè nullo, che rimane su un piano della sufficienza e della piacevolezza visiva ma nulla più.
Buona la scenografia, accompagnata sullo schermo da una fotografia, minimalista ma precisa, che gioca sul dualismo del ristorante: tra l'esser chic e l'esser gabbia.
Il cast secondario risente della scrittura approssimata in cui le storyline dei personaggi non riesco totalmente a compiersi all'interno dell'arco narrativo, subendo una perdita di potenziale d'arricchimento della storia.
Meglio invece il lavoro - e le interpretazione - sui personaggi principali, in cui prestano il volto i sempre bravi Nicholas Hoult (Mad Max: Fury Road, 2015; La Favorita, 2018), Ralph Fiennes (Schindler's List - La lista di Schindler, 1993; Grand Budapest Hotel, 2014) e Anya Taylor-Joy, che già aveva dato prova di essere un'attrice degna di un horror autoriale nel bellissimo , e più riuscito, The vvitch (Robert Eggers, 2015).
La conclusione resta anch'essa su quel piano pigro ma esteticamente appagante sopraccitato, in cui la final girl, la reietta, si dimostra al di sopra della sporcizia sociale e per questo merita la via fuga.
Doveroso quindi promuovere The Menù per la sua confezione, consapevoli che non è un film destinato a essere ricordato e che poteva fare un piccolo passo in più per essere più incisivo e onesto.
Caricamento modulo