Nel prossimo futuro un misterioso uomo mascherato semina il panico e si oppone, tramite congiure ed inganni, al regime totalitario del proprio paese.
Nel prossimo futuro un misterioso uomo mascherato semina il panico e si oppone, tramite congiure ed inganni, al regime totalitario del proprio paese.
Il nome di Alan Moore, anarchico autore dello storica graphic novel Watchmen (1987), nel 2019 è tornato agli onori della cronaca in quanto proprio il suo cupo, spiazzante e innovativo The killing joke (1988) ha funto da spunto iniziale per Joker di Todd Philips. Un film, quest'ultimo, uscito dal mero ambito cinematografico e diventato simbolo di rivolte in tutto il mondo: dal Sud America alla Francia dei gilet jaunes, la maschera indossata da Joaquin Phoenix si è vista più volte comparire fra i fumogeni dei cortei e i fuochi delle sommosse. Non è però la prima volta che a una creatura di Moore capita di diventare icona di un malcontento più o meno esplicito verso il sistema tardo-capitalistico (che si manifesti sotto la sua variante neo-liberista o sotto quella esplicitamente totalitaria): stessa è stata la sorte del volto di Guy Fawkes/V, immediatamente successiva all'uscita di V per Vendetta. Film, quest'ultimo, per contenuti e modalità narrative, nato per essere un istant-cult pervasivo e intenzionato a intercettare malesseri pervasivi. Tutto ciò, grazie a una riuscita commistione, figurativa e tematica, di distopia, riferimenti filosofici e politici e cultura pop.
Essenziale quindi, per la buona riuscita del film, il rispetto del soggetto di Moore e David Lloyde: che, lungi dall'essere un semplice autore di saghe supereroistiche, ha portato l'arte del fumetto anglofono a livelli mai raggiunti in precedenza, aprendosi alla complessità dei personaggi e al pastiche postmoderno in salsa dark. A livello di sceneggiatura, a cura di Lala e Lilly Wachowski (Matrix, 1999; Cloud Atlas, 2012), vengono mantenuti i riferimenti a William Shakespeare, alla distopia classica di George Orwell e alla Storia moderna britannica. In più, la scelta di concentrarsi adeguatamente sui trascorsi e la psicologia dei vari personaggi, sacrificando quelle scene d'azione che avrebbero dato frutto a un cinecomic come tanti, rende il film più che godibile e giustamente apprezzato anche da chi non conosce l'opera di partenza.
Interessante infine, per quanto volutamente teatrale, l'operazione linguistica compiuta specialmente sui dialoghi del protagonista mascherato: si veda a tal proposito il celebre monologo in scioglilingua labiovelare di presentazione.
Risulta invece più manierista la regia di James McTeigue (The raven, 2012; Survivor, 2015): se l'atmosfera steampunk, complici i bei costumi di Sammy Sheldon e le scenografie gotiche e assieme futuriste di Owen Paterson, viene mantenuta e nobilitata, le scene d'azione risultano forse eccessivamente barocche e remano contro l'idea autoriale di fondo.
La fotografia, a propria volta, riesce ad essere rispettosa dell'originale grafico. Adrian Biddle (La mummia, 1999; Che pasticcio, Bridget Jones!, 2004) sa rendere l'atmosfera decadente e metallica di Londra notturna e dà il proprio meglio nell'iconica scena dell'esplosione finale. A tal proposito, risulta fondamentale anche la scelta musicale del premio Oscar Dario Marianelli (I fratelli Grimm e l'incantevole strega, 2008; Pinocchio, 2019), anche compositore della colonna sonora originale: oltre all'overture di Tchaikovsky, ormai inscindibilmente legata nell'immaginario comune al film, e alla V sinfonia di Beethoven, si segnala l'utilizzo, come base per le tracce originali, di pezzi rock di chiara forza e venatura politica (i Rolling Stones, su tutti). Le interpretazioni, infine, sono più che adeguate: oltre a una buona performance di Portman, Weaving riesce a dare voce, virtuosismo e corpo a una delle maschere più note del cinema recente. Che, se sopravvivrà al tempo o rimarrà un caso dei primi anni 2000, è solo da vedere: resta indubbio, in ogni caso, che V per Vendetta è stato uno degli esempi più rappresentativi, e noti al pubblico, di quella distopia mainstream fiorita negli ultimi decenni e che ha dato adito, oltre a pessime imitazioni, anche prodotti di qualità e spessore.
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