Un colloquio tra Eddie Brock e il criminale Cletus Kasady ha un risvolto inaspettato che coinvolgerà non solo i due uomini, ma anche Venom e un altro simbionte: Carnage.
Un colloquio tra Eddie Brock e il criminale Cletus Kasady ha un risvolto inaspettato che coinvolgerà non solo i due uomini, ma anche Venom e un altro simbionte: Carnage.
Tre anni dopo l'inspiegabile successo di Venom (2018), torna al cinema Tom Hardy nei panni di Eddie Brock con una pellicola disastrosa.
Dimenticandosi totalmente della sua dimensione fumettistica d'origine, ma anche dell'ingombrante tradizione di cinecomic alle sue spalle, Venom - La furia di Carnage perde di qualsiasi epicità ed emozione. Se per il primo capitolo, la performance di Tom Hardy (Inception, 2010; Revenant - Redivivo, 2015.) bastava per risollevare leggermente le sorti del film, per questo sequel anche il talento dell'attore britannico si disperde nella disastrosa sceneggiatura e nei pessimi reparti tecnici.
La sceneggiatura infatti, costituisce il punto più debole di questa pellicola inconcludente:
personaggi senza carisma o alcun tipo di profondità psicologica, tra cui i due villan dimenticabili e per nulla credibili, accompagnati dal personaggio di Venom che esaspera del sarcasmo e della comicità non richiesta, in linea con la totale mancanza di struttura narrativa.
Probabilmente a seguito anche di quest'ultima, a causa di un soggetto a dir poco ripetitivo specialmente se inserito all'interno dell'universo Marvel, la sceneggiatura non riesce a sviluppare i numerosi cliché cinematografici che rimangono fini a se stessi e inutili per lo sviluppo della trama.
Non aiuta, sfortunatamente, neanche lo scompartimento tecnico, che nel primo capitolo tutto sommato si reggeva su una soglia di sufficienza accademica. La regia, accompagnata dal montaggio, non riesce a dare alla narrazione il giusto tempo, aggravando ancora di più gli ingombranti tempi comici e le ripetitive scene d'azione che, da dover essere il vero punto focale del film, si dimostrano essere solo lunghe sequenze senza alcuna credibilità o umorismo concreto.
Se a risollevare il primo capitolo avevamo un'ottima CGI che giocava con i vari render 3D sulla fusione dei personaggi con i simbionti, il lavoro grafico svolto in questo capitolo risulta frettoloso e approssimativo: sebbene la modellazione di Carnage risulti sufficientemente credibile, lo sono molto meno le interpolazioni tra il render 3D e il girato, che obbligano stacchi veloci in fase di montaggio per nascondere un lavoro approssimativo.
Ultima nota negativa (come se non bastasse) sono le composizioni di Marco Beltrami (A Quiet Place II, 2021; Le Mans '66 - La grande sfida, 2019), le quali non riescono a dare quello spessore in più necessario, se non alla narrazione, alle scene d'azione.
Venom - La furia di Carnage oltre ad essere l'ennesimo sequel di cui noi (ma probabilmente anche Sony) non avevamo bisogno, si rivela un vero e proprio disastro dove ogni reparto - tecnico e artistico - non sfiora lontanamente la sufficienza, e malgrado la scena post credit spera di far salire qualche tipo di hype, la speranza è quella che il capitolo Venom venga chiuso definitivamente.
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